polemica rai
Rai, i precedenti del telecronista nella bufera: non solo la battutaccia del 2020
L'ultima bufera in Rai è quella legata a un fuori-onda clamoroso trasmesso durante la finale dei tuffi dei Mondiali di nuoto in corso a Fukuoka, in Giappone. A causa di un microfono che avrebbe dovuto essere spento - ma ovviamente non lo era - i telespettatori hanno sentito i telecronisti Lorenzo Leonarduzzi, giornalista di RaiSport, e il collaboratore tecnico Massimiliano Mazzucchi pronunciare frasi considerate sessiste e razziste. Eravamo al mattino presto, e un telespettatore di RaiPlay ha mandato una Pec con le frasi incriminate facendo scoppiare il caso. Qualche esempio di quanto abdato in onda: "Fuma sano, fuma bene, fuma solo pakistano", "Le olandesi sono grosse"; "Come la nostra Vittorioso;" "Ma tanto a letto sono tutte uguali" via dicendo. In onda è andata anche una barzelletta volgare, nella pausa del telegiornale, carpita dal microfono che doveva essere spento.
L’ad della Rai Roberto Sergio ha preteso il rientro immediato di giornalista e commentatore e annunciato un'indagine interna. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha definito "sacrosanta" la presa di posizione da parte della dirigenza dell’azienda.
Il Corriere della sera intanto ricorda che Leonarduzzi è stato protagonista di almeno due casi controverso, uno dei quali molto simile a quanto accaduto in Giappone. "Nel 2020, commentando una gara di rally con il pilota estone Ott Tanak pronunciò un’altra frase sessista: «Mi hanno detto una battutaccia, mi vogliono far vincere 100 euro se la dico… Donna nanak, tutta Tanak». La Rai si scusò e sospese il telecronista", si legge sul quotidiano .Che ricorda un altra polemica, nata dopo un post sui social. Il 20 aprile del 2018, giorno del 129° anniversario dalla nascita di Adolf Hitler, "aveva scritto su Facebook: «Alles Gute zum Geburtstag», cioè «Buon compleanno» in tedesco, costringendo Viale Mazzini sulla difensiva: «Non può essere certo un post su un social a mettere in discussione il ruolo svolto quotidianamente dal servizio pubblico nel contrasto all’apologia del nazifascismo»".