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‘Ndrangheta, infiltrazioni mafiose pure nel bar del tribunale di Torino

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La Dda di Torino ed il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei carabinieri hanno eseguito quattro misure di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di beni e organizzazione del gioco d’azzardo. Coinvolto con l'accusa di partecipazione alla 'ndrangheta Rocco Pronestì, 72 anni, storico appartenente alla criminalità organizzata del Piemonte e da anni legato ai maggiori esponenti della 'ndrangheta locale, quali Mario Ursini, Placido Barresi e Domenico Belfiore. Arrestato in passato per vari reati in materia di armi e traffico di stupefacenti, era sinora sfuggito alla condanna per il reato di associazione mafiosa. 

 

 

Con Pronestì è accusato anche Rocco Cambrea. I due, secondo gli investigatori avrebbero gestito da anni un'attività di usura ed estorsione ai danni di giocatori d’azzardo e piccoli imprenditori organizzando un’articolata attività di infiltrazione in attività economiche lecite, specie nel settore del commercio di alimenti, utilizzando una serie di prestanome e le competenze di alcuni professionisti, oggi indagati. Alcune delle vittime, sentite dai carabinieri nel corso delle indagini, avevano negato di subire le minacce e le pretese che invece emergevano da intercettazioni.

 

 

L’attività d’indagine ha evidenziato anche l’infiltrazione nella cooperativa sociale Liberamensa aggiudicataria, fra l’altro, dell’appalto comunale per il servizio di ristorazione nel Palazzo di Giustizia di Torino. Le mani della criminalità sono finite proprio dentro casa dei magistrati.

 

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