sbarchi e polemiche
L'intesa con la Tunisia fa infuriare i migranti. Spuntano le chat: "Maledetti"
È stato firmato solo da due giorni, ma è già motivo di discussione. Il memorandum di Tunisi tra l’Unione Europea, rappresentata, oltre che dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal Premier olandese Rutte, anche dal nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e la Tunisia del presidente Saied, ha trovato subito degli oppositori. I migranti. Sui social, infatti, come descritto dal Giornale, che ha allegato anche le chat, hanno espresso la propria frustrazione per il raggiungimento dell’accordo.
Per quale motivo? L’accordo prevede l'impegno dell'Europa a versare 100 milioni di euro in finanziamenti per il paese nordafricano, stipulando un accordo che permetta di affrontare in modo adeguato la crisi migratoria contrastando l'attività dei trafficanti, come ha spiegato Giorgia Meloni al termine della conferenza. Il coinvolgimento dell’Italia, paese di primo approdo dei migranti, dove nelle ultime ventiquattro ore sono sbarcati ben 1.450 migranti (1.150 nella sola isola di Lampedusa, dove proseguono i pre-riconoscimenti), è stato fondamentale per il raggiungimento dell’intesa.
Intesa che, come evidenziato poc’anzi, ha trovato la ferma opposizione dei migranti, che si sono sfogati sul web. Commenti come: “Forza soldati, non ritirarsi qualunque cosa accada" o: "Loro siano maledetti" evidenziano come sia manifesto l’odio nei confronti dei rappresentanti dei paesi che hanno stipulato l’accordo. Un utente arriva addirittura a scrivere, con tono di sfida: "Finché non tolgono il mare noi passiamo. Zero sconforto". Il viaggio verso l’Italia viene visto dalle generazioni di migranti come se fosse una sfida personale, da raggiungere a ogni costo. Il messaggio: “Non si torna indietro, andremo fino alla fine” scritto da un altro utente conferma la tesi. Compiere la traversata per giungere nel nostro paese, sfidando le leggi, i pericoli e anche il mare, sembra essere l’unico obiettivo di queste persone, costi quel che costi. Anni e anni di propaganda tra i migranti hanno portato a questi risultati.