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Testamento Berlusconi, dubbi sui maxi-lasciti: "Disparità di trattamento"

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È un mosaico complesso quello delle ultime volontà di Silvio Berlusconi. Da una parte c'è il testamento in due parti conservato dal notaio Arrigo Roveda con le disposizioni del fondatore di Forza Italia sull'enorme patrimonio e su Fininvest nei confronti dei figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Dall'altra il documento olografo che prevede i famosi legati, ovvero i lasciti da 100 milioni di euro per la compagna degli ultimi anni di vita, Marta Fascina, il fratello Paolo Berlusconi e quello da 30 milioni per Marcello Dell'Utri. Da più parti si è detto che quest'ultima carta presentata da Fascina dopo la scomparsa del Cav è caratterizzata da anomalie che la rendono di fatto impugnabile, anche se dalla famiglia trapela la volontà di rispettare le ultime volontà di Berlusconi a prescindere da possibili inesattezze del documento. Ad analizzare i due filoni della successione del Cav è un articolo del Riformista che non esclude in futuro contenziosi tra gli eredi a causa della mancata chiarezza dell'ultimo scritto autografo, quello dei legati.

 

Andiamo con ordine. Berlusconi ai cinque figli "lascia tutti i suoi beni, ma con alcune differenze. A Pier Silvio e Marina, lascia, oltre alla quota di legittima (2/3 del patrimonio), la sua intera disponibile (1/3). Ne consegue che i beni intestati in vita al Cavaliere diventano di proprietà comune di tutti i figli ma in quote diverse: a Marina e Pier Silvio 9/30 ciascuno (4/30 di legittima + 5/30 di disponibile), a Barbara, Eleonora e Luigi 4/30 ciascuno". Questo assetto viene in parte modificato con l'ultima lettera scritta dal Cavaliere. Si tratta di un testamento olografo, uno scritto privato "destinato ad essere pubblicato solo dopo la morte del testatore, attraverso un atto notarile". Una forma che "presenta però alcune criticità". La più rilevante è "il problema di interpretare ex post la volontà del testatore, spesso espressa in termini non chiari né tanto meno giuridici".

 

Nel caso specifico, "l’ultimo testamento dispone tre legati a carico di 4 eredi (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, con esclusione di Luigi che nella lettera non viene menzionato) di somme di denaro a favore del fratello Paolo, già menzionato nei precedenti testamenti, della compagna e dell’amico dell’Utri". Gli "onerati" devono adempiere il legato "con parte dei beni ricevuti in successione. In tal caso dunque, solo Marina, Pier Silvio, Barbara ed Eleonora" devono partecipare alla spesa, si legge nell'analisi. Non mancano gli interrogativi. L'assenza di Luigi è una dimenticanza? E ancora, c'è la possibilità che la "disparità di trattamento tra i figli, determini una lesione alla legittima di Barbara ed Eleonora (destinatarie della sola legittima ma onerate dei legati) o integri addirittura una violazione al divieto di cui all’art. 549 c.c. di porre pesi sulla legittima, causa di nullità della disposizione stessa". Insomma, il documento può essere messo in discussione su più punti. Senza contare i dubbi sul legato a favore del fratello Paolo, giù presente nel testamento precedente (dazione ulteriore o conferma di quanto già disposto?). Un rebus per gli avvocati dovuto al fatto che le volontà espresse nell'ultimo periodo di vita da Berlusconi non sono chiarissime, "fatto che potrebbe determinare un futuro contenzioso tra i suoi eredi". 

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