Ong, i veri numeri: hanno soccorso 3.568 migranti su oltre 50mila salvati
Più della metà dei profughi salpa dalla Tunisia. Dal primo gennaio già 42.773 arrivi, pari al 57% del totale
La firma del memorandum d’intesa tra Commissione Ue e Tunisia è, almeno sulla carta, un passo avanti notevole per bloccare le partenze di migranti diretti in Italia. Il Paese governato da Kais Saied, infatti, è diventato in poco tempo la prima località di partenza dei barconi diretti in Italia. Dal primo gennaio di quest’anno, infatti, sono 42.773 (dato aggiornato al 14 luglio) i profughi arrivati sulle nostre coste dalla Tunisia. Una crescita esponenziale se raffrontiamo il dato di quest’anno con lo stesso periodo del 2022, quando erano solo 7.263 (32mila in tutto l’anno solare).
Si tratta del 57% del totale dei migranti che arrivano in Italia (75mila dal primo gennaio). Molti di più di quelli provenienti dalla Libia (28.825). Bisogna considerare che i tunisini sono pochi: 5.161. La maggior parte, infatti, sono ivoriani (9.104), guineani (8.862) ed egiziani (7.631). Il Paese d’origine, però, conta relativamente poco al fine dell’accordo sottoscritto ieri a Tunisi con Saied da Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte. L’importante è agire sulla nazione da cui salpano i barconi diretti in Italia. E la Tunisia, come detto, è il principale.
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Il boom di sbarchi di quest’anno sta richiedendo un ingente sforzo su due fronti. Dal lato dei salvataggi in mare e da quello dell’accoglienza. Per quanto riguarda i soccorsi occorre sottolineare che la quaFonte: Dipartimento della pubblica sicurezza si totalità ricade sulle spalle delle autorità italiane, ovvero sulla Guardia costiera, che da inizio anno ha salvato 54.088 migranti, a fronte dei 3.568 presi a bordo dalle navi delle Ong, ovvero il 94% contro il 6%. Quasi 21mila, invece, sono arrivati sulle nostre coste al di fuori da interventi Sar (le operazione di ricerca e soccorso) o sono stati rintracciati a terra subito dopo lo sbarco. La speranza è che Saied si attivi subito per arginare le partenze, anche perché l’estate sta favorendo le condizioni per effettuare la traversata del Mediterraneo verso l’Italia, Lampedusa in primis. Nella settimana dall’8 al 14 luglio sono sbarcati 5.217 migranti, con punte il 10 e 11 luglio, quando ne sono arrivati 1.050 e 1.140. Tra sabato e domenica, invece, in neanche 24 ore, a Lampedusa sono arrivate 1.400 persone. Undici imbarcazioni ieri e ventidue sabato. Il primo blocco di nove imbarcazioni è stato soccorso durante la notte dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto. A bordo dei barconi si andava da un minimo di 33 migranti ad un massimo di 55, fra cui donne e bambini. Ai soccorritori hanno raccontato di essere salpati da Sfax, in Tunisia, e di essere originari di Benin, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Camerun, Gambia, Mali, Guinea, Senegal e Nigeria. All’hotspot, dove la capienza massima prevista è di poco inferiore a 400 persone, ci sono oltre 2.200 ospiti.
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La prefettura di Agrigento ha previsto alcuni trasferimenti: in 180 sul traghetto Cossydra verso Porto Empedocle, altri 440 con la motonave Lampedusa trasferiti a Trapani. Intanto, alla nave Rise Above della Ong Mission lifeline con 77 migranti a bordo è stato assegnato il porto di Vibo Valentia. A bordo anche dieci donne, un bambino e un neonato. Una donna incinta di nove mesi e altre due persone sono state evacuate. Non sono mancante le solite polemiche. «Vibo Valentia dista più di 40 ore di macchina e 350 miglia nautiche: un’ulteriore sofferenza per le persone stremate», ha detto l’Ong. La nave ha soccorso le persone a bordo di sette imbarcazioni in un’operazione di oltre 13 ore e, in coordinamento con le autorità italiane, altri migranti che viaggiavano su due barconi. Poco dopo che la nave è entrata nella zona Sar al largo di Lampedusa.