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Testamento Berlusconi, altro ostacolo: "Cosa vogliono evitare gli avvocati"

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I tempi per l'esecuzione del testamento di Silvio Berlusconi appaiono ancora lunghi, soprattutto a causa dell'enorme mole di beni e partecipazioni presenti nella successione. Per stabilire il valore anche solo delle ville e degli immobili ci vorranno mesi, scrive Avvenire secondo cui le perizie e le valutazioni sul patrimonio del fondatore di Forza Italia ed ex premier sono in corso ma bisognerà attendere per lo meno il mese di ottobre per vedere una definizione condivisa. "Gli avvocati Luca Fossati e Carlo Rimini cercheranno di evitare accettazioni dell’eredità con il beneficio di inventario. I tempi dell’esecuzione testamentaria, insomma, appaiono ancora lunghi", scrive il quotidiano dei vescovi. Insomma, ogni singolo bene passato ai figli Marina, Pier Silvio, Eleonora, Barbara e Luigi deve essere valutato con attenzione. 

 

C'è poi la questione della casa di Arcore, villa San Martino, la residenza principale del Cavaliere. Secondo le ultime indiscrezioni non diventerà un museo alla memoria di Berlusconi "bensì una sorta di quartier generale delle attività imprenditoriali dei suoi figli. Non cambierà nulla, però, per l’ultima compagna del defunto fondatore di Forza Italia, Marta Fascina", si legge nella ricostruzione. La parlamentare azzurra protagonista di un matrimonio "simbolico" con Berlusconi e beneficiaria del famoso lascito da 100 milioni di euro contenuto nell'ultimo documento olografo che costituisce il testamento del Cav, potrà continuare ad abitare nella villa. 

 

A parlare una sorta di sfratto dalla villa di Arcore erano stati Repubblica e Dagospia ma fonti vicini alla famiglia di Berlusconi hanno poi chiuso le speculazioni: "Non hanno alcun fondamento voci di stampa relative a presunte prese di posizione nei confronti di Marta Fascina, con la quale i rapporti sono eccellenti”. Stesso discorso appare legato alla possibilità che qualcuno, tra gli eredi, impugni il testamento per mettere in dubbio i lasciti a Fascina e Marcello Dell'Utri (30 milioni di euro), che secondo numerosi esperti conterrebbe numerose anomalie che renderebbero possibile una impugnazione.

 

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