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Caso Orlandi, Dagospia all'attacco: "Il Vaticano non c'entra". Spunta il report

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Non sarebbe ora di "dire che il Vaticano non ha mai avuto nulla a che fare con Emanuela Orlandi?". Ad affermarlo è Dagospia che riporta uno studio effettuato da esperti che dimostra come nel perimetro di un chilometro e mezzo dalla Basilica di San Pietro tra maggio e giugno del 1983, ossia quando è scomparsa Emanuela, sono sparite sedici ragazze, compresa la cittadina vaticana. I dati sono contenuti in uno studio dell’agenzia specializzata NeuroIntelligence, condotto dai criminologi Franco Posa e Jessica Leone su incarico dell’avvocato penalista Valter Biscotti. Se la ricerca viene estesa ai quartieri limitrofi il numero delle ragazze scomparse aumenta a 34, tutte giovani "con una età media di 15,7 anni. Nessuna è mai stata ritrovata", scrive il sito di Roberto D'Agostino.

 

Per Dagospia la pista della pedofilia in Vaticano, caldeggiata dalla famiglia di Emanuela Orlandi, non è concreta e quando è stata indagata, in questi 40 anni, non ha portato a nulla. "Sui giornali arrivano anche le opinioni dei poliziotti che avrebbero indagato (indagato?) sul caso, gettano accuse sulla pedofilia dei preti, e accusano il Vaticano di reticenza - si legge nel sito -  Nel 1983 la Gendarmeria Vaticana non esisteva: l’aveva abolita Paolo VI nel 1964 e sostituita con una guardiania giurata chiamata Servizio di Vigilanza Vaticana e il Tribunale esisteva solo sull’Annuario Pontificio - si legge nell'articolo - La gendarmeria rinascerà (..) anni dopo. (...) Il crimine della Orlandi è stato commesso fuori le sacre mura, e in Italia vige il principio del 'locus commissi delicti': indagano gli organi competenti sul territorio. E la Procura di Roma per tre volte ha indagato e archiviato il caso perché le ipotesi ventilate non hanno trovato alcun riscontro nei fatti".

 

Posizione che non piacerà ai familiari della ragazza, che in una infuocata conferenza stampa alla Stampa estera, a Roma, hanno respinto con forza la pista familiare rispuntata dopo un servizio del Tg La7 - anche questa, va detto, a suo tempo è stata valutata dagli inquirenti - e lanciato pesanti accuse al Vaticano. Sul caso è tornata a indagare la procura di Roma, così come il Promotore di giustizia vaticano mentre si attende l'istituzione della Commissione di inchiesta parlamentare dopo il via libera delle Aule. 

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