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Salvini batte i sindacati: "Orgoglioso di aver evitato di lasciare l'Italia a piedi"

Luigi Frasca
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Continua la polemica sullo sciopero dei ferrovieri. «Sono orgoglioso di non aver lasciato a piedi milioni di cittadini», afferma il ministro Salvini, che l’altro ieri ha precettatola protesta, dimezzandone le ore da 23 a 12 ore. I sindacati attaccano: «Una pagina nera nella storia del Paese», dice la Uil trasporti, mentre la Filt Cgil afferma che l’adesione da parte dei lavoratori, nonostante il provvedimento del Mit, è stata altissima. I lavoratori di Trenitalia e Italo «hanno risposto in massa alla protesta indetta a seguito dell’incapacità di due aziende di chiudere due vertenze aperte da mesi ma anche contro un’ordinanza vergognosa - scrive il sindacato in una nota - del ministero dei Trasporti che penalizza lavoratori e lavoratrici e osteggia pesantemente il diritto di sciopero previsto dalla costituzione».

Non sono d’accordo le aziende. Trenord infatti riferisce che il servizio, dalle 3 alle 15 di ieri - gli orari in cui si è svolto effettivamente lo sciopero - è stato regolare. E a fine giornata arriva una nuova svolta: «Domani (oggi ndr) come fortemente auspicato dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, saranno riaperti i tavoli tra società di trasporto ferroviario e sindacati», fanno sapere fonti del Mit. Alla base della decisione di Salvini sono le tempistiche, più che le ragioni della protesta. «Capisco - dice- le rivendicazioni dei lavoratori delle ferrovie, ma uno sciopero di 24 ore sarebbe stato insostenibile. Uno sciopero di metà luglio, con questo caldo e in queste condizioni, non è uno sciopero che fa bene al Paese. Proprio per questo, prima ho chiesto di dimezzare, non lo hanno fatto, e allora ho precettato».

Ma i sindacati non ci stanno. Uilt e Filt Cgil già mercoledì avevano condannato la decisione del dicastero di Porta Pia e ieri sono tornati alla carica, parlando di un «grave restringimento delle regole democratiche» e definendo il leader del Carroccio un «inquisitore». Di «un grave atto, una scelta sbagliata e inutile perché il ministro sapeva da due mesi che era proclamato questo sciopero e non si capisce perché sia intervenutola sera prima», parla il leader della Cgil, Maurizio Landini che prosegue: «Noi abbiamo rispettato le norme di legge. È il governo che non sta intervenendo per sbloccare una situazione.I lavoratori stanno scioperando per chiedere il rinnovo del contratto in Italo, per chiedere assunzioni nelle ferrovie, per far funzionare meglio la manutenzione. Lo stanno facendo per fare funzionare meglio i servizi».

Ma nemmeno l’Unione nazionale dei consumatori sembra soddisfatta dell’intervento del ministero, definendolo «tardivo e forzato». La legge sulla precettazione prevede che serva prima un tentativo obbligatorio di conciliazione, «ma farlo con quella tempistica, a poche ore dallo sciopero, da un lato rende il tentaOre È durato lo sciopero dei ferrovieri dopo la precettazione del minsitro Salvini tivo più formale che sostanziale, ma, lato consumatori, non consente di evitare il pregiudizio degli utenti che oramai avevano rinunciato al viaggio», spiega l’associazione.

L’adesione media allo sciopero dei ferrovieri aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal,è stata dell’80%, con punte fino al 100%, fanno sapere i sindacati. La decisione di Salvini di precettare i lavoratori, intanto, è finita in Parlamento. «Salvini sapeva dal giorno 8 giugno che ci sarebbe stato lo sciopero dei lavoratori dei trasporti. Eche ha fatto? Nulla», ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. «Lo sciopero era stato dichiarato con tutti i crismi - prosegue il leader di SI - previsti dalla legge. E Salvini ha avuto un mese di tempo, per convocare i lavoratori dopo l’annuncio dello sciopero e ascoltare le loro ragioni. E invece nulla». Fratoianni ha quindi annunciato di aver depositato un’interrogazione urgente al governo: «Piuttosto Salvini si occupi di tagli e inefficienze del sistema dei trasporti, che è quello che i lavoratori denunciano a tutela di cittadini e pendolari». 

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