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Migranti, l’emergenza esplode nel 2023: numeri da incubo degli sbarchi

Che sia un’emergenza lo dicono i numeri: nei primi sei mesi di quest’anno sono stati registrati 132.370 arrivi irregolari nell’Unione europea. Il totale più alto dal 2016. E il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria: 65.600 persone, con un aumento del 140% rispetto all’anno scorso. Un’emergenza che ha risvolti drammatici: secondo il bilancio dell’Oim, riportato da Frontex, a giugno sono scomparse circa 1.900 persone, di cui la maggior parte lungo la rotta del Mediterraneo. Gli arrivi - scrive l’Agenzia Ue per la protezione dei confini nel suo rapporto mensile - su tutte le altre rotte migratorie hanno registrato cali rispetto a un anno fa, che vanno dal 6% sul Mediterraneo occidentale fino al 34% sulla rotta del Mediterraneo orientale. «Dopo una diminuzione a maggio causata da lunghi periodi di cattive condizioni meteorologiche, i trafficanti hanno intensificato le loro attività, determinando un aumento dell’85% degli arrivi nel Mediterraneo centrale nel solo mese di giugno. L’aumento della pressione migratoria su questa rotta potrebbe persistere nei prossimi mesi con i trafficanti che offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza dalla Libia e dalla Tunisia in mezzo a una feroce concorrenza tra i gruppi criminali», avverte Frontex. 

 

 

Proprio sulla Tunisia continua a concentrarsi l’impegno dell’Unione europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e i premier di Italia, Giorgia Meloni, e Paesi Bassi, Mark Rutte, torneranno domenica a Tunisi con l’obiettivo di finalizzare con il presidente Kais Saied il pacchetto di accordi che riguarda anche le migrazioni. L’obiettivo - i diplomatici sono ancora al lavoro - è dare il via libera al memorandum d’intesa sulla migrazione che prevede l’erogazione di 105 milioni di euro di fondi europei. Così come la fornitura di un sostegno immediato per il bilancio tunisino con un contributo di 150 milioni di euro. Resta più difficile invece raggiungere un accordo sulla fetta più importante di aiuti finanziari, i 900 milioni di euro di assistenza macrofinanziaria in prestiti Ue, strettamente legati agli accordi della Tunisia con il Fondo monetario internazionale. 

 

 

Da parte di Bruxelles emerge la volontà di soluzioni ponte ma non tutti gli Stati ne sono convinti. L’accordo che verrà firmato prevede inoltre cooperazione anche nell’ambito del commercio e degli investimenti, dell’energia e della transizione energetica, e delle relazioni ‘people to people’ - dalla formazione all’Erasmus. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l’accordo che sarà firmato a Tunisi domenica «dimostra l’impegno del nostro Paese per la stabilità del Mediterraneo». L’intesa - secondo il capo della Farnesina - «permetterà alla Tunisia, anche grazie all’impegno italiano, di essere protagonista nella lotta contro il traffico di migranti» e avviarsi verso un percorso di stabilità e crescita.