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Influenza aviaria, il focolaio che fa paura: "Colpiti cani e gatti" a Brescia

È altissima la preoccupazione per l'epidemia di influenza aviaria che a livello globale sta facendo registrare danni enormi. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha messo in guardia ieri l'aumento dei focolai che coinvolgono anche i mammiferi potrebbe favorire la diffusione del virus tra gli esseri umani. In Europa, Nord America e Sud sono stati abbattuti decine di milioni di capi di pollame, che biologicamente è più vicino agli esseri umani rispetto agli uccelli per la possibile trasmissione all'uomo del ceppo H5N1 del virus. 

Un caso di cui dà conto il Giorno porta nel Bresciano, dove anticorpi al virus H5N1 sono stati rilevati in cinque cani e un gatto all'interno di un allevamento. "Per gli esperti, più che una sorpresa è la conferma che il virus ad alta patogenicità, responsabile della grande epidemia di aviaria diffusa a livello globale, può essere trasmesso dai volatili ai mammiferi e, quindi, all’uomo", si legge nell'articolo. Il 4 luglio scorso il Ministero della Salute ha diramato una nota a diversi enti in cui si informa che "è stata recentemente accertata la sieroconversione di cinque cani e un gatto presenti in un allevamento avicolo rurale in provincia di Brescia sede di un focolaio di H5N1". 

 

Un altro focolaio del sottotipo H5N1 ha interessato un'azienda agrovenatoria di Corteolona (Pavia), dove centinaia di anatre e fagiani dovranno essere abbattuti e smaltiti come deciso dall'Ats Pavia sulla scorta delle analisi effettuate dall'Istituto Zooprofilattico.