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Scuola, studenti "ignoranti": i dati choc. Il ministro Valditara corre ai ripari

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Valentina Conti
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In fatto di apprendimenti, l’Italia resta un Paese spaccato a metà. La fine dell’emergenza Covid non ce la fa a fare il miracolo. È netto il quadro che emerge dal rapporto Invalsi 2023, presentato ieri alla Camera, che conferma come anche quest’anno uno studente su due esce dalla scuola superiore con competenze inadeguate in italiano e matematica. Nel dettaglio, in italiano solo il 51% degli allievi (un punto in meno rispetto allo scorso anno) ha raggiunto il livello base. Nel 2019 il dato superava il 60%. E il divario tra Nord e Sud raggiunge la quota di ben 23 punti percentuali. In matematica, il 50% dei ragazzi ha conquistato invece il livello base, come nel 2022, a fronte del dato del 61% del 2019. E qui il dislivello tra le aree del Paese tocca i 31 punti percentuali. Va meglio in inglese.

Ma c’è un altro dato negativo che stacca decisamente all’occhio. Le criticità rilevate pure alla scuola primaria, che per la prima volta mostra segni di debolezza. Il confronto degli esiti nel tempo mostra, infatti, risultati più bassi in tutte le discipline passate sotto la lente d’ingrandimento e in entrambi i gradi considerati (seconda e quinta classe). Rispetto a quattro anni fa, in seconda elementare sono osservati risultati «decisamente più bassi», stigmatizza l'Invalsi. Più precisamente, in matematica si è passati dai 200 punti del 2019 agli attuali 190,1, giù anche rispetto ai 191,8 punti del 2022 e ai 197,5 del 2021. Idem per italiano: dal picco di 204,8 punti del 2021 si è arrivati al crollo del 2023: 194,1 punti. E ancora, si legge nel Rapporto, «già dalla seconda primaria cominciano ad evidenziarsi leggeri divari territoriali». Lo stesso effetto viene riscontrato in quinta elementare.

Si conferma, inoltre, una più significativa diminuzione della dispersione scolastica cosiddetta «implicita» - quella cioè legata a coloro che terminano il ciclo scolastico senza possedere le necessarie competenze di base - che si attesta all’8,7%. Un dato che non può prescindere dalle conseguenze della pandemia. Le rilevazioni, passato il periodo di allarme sanitario, quest’anno sono tornate alla normalità. Hanno coinvolto più di 12mila scuole per un totale di oltre un milione di allievi della scuola primaria, circa 570mila studenti della secondaria di primo grado ed oltre un milione di studenti della secondaria di secondo grado.

Annuncia «un’azione forte, per certi aspetti rivoluzionaria», il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: la decisione di presentare un’Agenda Sud in dieci punti, messa a punto con il contributo di Invalsi e la collaborazione di Indire, concentrata nella fase iniziale su 240 scuole. «Un’Agenda- ha spiegato il Ministro - che prevede l’individuazione di quelle scuole dove maggiori sono le fragilità per contesto sociale, per abbandoni, per insuccesso formativo, per assenze, secondo determinati indicatori. Partiremo con 240 scuole in cui investiremo risorse importanti». La risposta alla «scelte coraggiose» invocate sul tema dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli. E ieri è giunta notizia anche di altri investimenti: sono quasi 3.700 i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale che accedono allo stanziamento di 741milioni di euro previsti dal ministero dell’Università e della Ricerca a seguito della conclusione della procedura in questione.

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