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Kata "non è a Firenze". Dove porta la nuova pista del racket

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Christian Campigli
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Un mistero ancora lontano dalla sua soluzione. Un'indagine che, finalmente, sta prendendo una direzione nuova. Una famiglia che vive da oltre trenta giorni nel dolore e nell'angoscia. Era il 10 giugno quando Kata, la bambina peruviana di cinque anni, è scomparsa.  Da allora la procura ha indagato, principalmente, in una direzione ben delineata. Il rapimento della piccola sarebbe una vendetta del racket delle camere abusive. Secondo la tesi investigativa, la famiglia di Kata si sarebbe ribellata a certe dinamiche di gestione dell'ex hotel Astor, la struttura occupata nella quale vivevano insieme ad altre centotrenta persone. Purtroppo, nonostante sforzi importanti da parte dei carabinieri, la perquisizione di tutti i garage, tutti gli appartamenti e le aziende poste nelle vicinanze non ha portato ad uno straccio di indizio. Poco o niente gli interrogatori e l'analisi delle millecinquecento telecamere.

 

Una nostra fonte ci racconta, in esclusiva, una possibile svolta nelle indagini. "Nessuno vuol neppure sentire parlare di Kata al passato. Noi siamo convinti sia viva e lavoriamo per ritrovarla. A Firenze non c'è. Ormai questa è una convinzione molto diffusa (tra gli inquirenti, N.d.r.). Se la bimba non è a Firenze ed è ancora viva ci sono buone possibilità sia in una città straniera, magari nel racket dell'accattonaggio o in qualche mega struttura occupata, in Italia".

 

Stanno per scattare accertamenti nelle strutture del meridione. In particolar modo quelle di Reggio Calabria, Napoli e della provincia di Palermo. Ma non viene scartata neppur l'ipotesi che Kata possa aver dormito, insieme ai suoi rapitori, nell'hotel House, la gigantesca struttura di Porto Recanati, all'interno della quale sopravvivono, in condizioni immonde, oltre duemilacinquecento immigrati. In quello che, comunemente è definito "il ghetto verticale". Ma come sarebbe arrivata prima nelle Marche e poi nel Meridione? Forse con quel furgone bianco che si intravede grazie a una telecamera dell'Astor? 

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