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Kata, la rabbia della madre: l'Italia non fa abbastanza, mi sono rivolta a Meloni

Christian Campigli
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Un mese, nessun indagato. È impietoso il risultato, se letto in maniera fredda, delle indagini condotte dalla procura di Firenze su Kata, la bimba di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno. In realtà,  i carabinieri hanno svolto un lavoro certosino. Hanno perquisito ogni piccolo anfratto posto nei pressi dell'ex hotel Astor, la struttura occupa abusivamente, all'interno della quale viveva la bimba con la sua famiglia e altre centotrenta persone. Case, garage, cantine e aziende. Senza trovare nulla. Nonostante l'uso dei cani molecolari. Hanno analizzato le immagini delle oltre millecinquecento telecamere sparse per il capoluogo toscano. E hanno interrogato tutti gli ex occupanti. E i genitori, numerose volte, della piccola Kata. Ma nulla di concreto è emerso.

 

Anche la pista di un furgone bianco che lascia l'hotel ad un orario compatibile col rapimento è, per ora, ferma. Al momento, la tesi investigativa di una vendetta del racket delle camere occupate (e rivendute a cifre che possono variare tra le mille e le quattromila euro l'anno) resta l'unica presa (realmente) in considerazione. L'ipotesi del pedofilo isolato o della vendita della bambina ad un gruppo di malviventi rumeni, che utilizza i minorenni per chiedere l'elemosina nelle capitali europee, viene giudicata come "altamente improbabile". Eppure, il fratellino di Kata raccontò già il secondo giorno di un uomo adulto, sempre con un palloncino in mano, che si aggirava, curioso, nei pressi del cortile dove erano soliti giocare i bimbi dell'Astor. Andrebbe data una chance a questa traccia? Una domanda che si pongono anche i genitori di Kata che, insieme alla comunità peruviana, hanno organizzato una manifestazione, questa sera a Firenze, per chiedere che la loro figlia torni, immediatamente, dai propri genitori.

 

La madre, in un'intervista al quotidiano Il Messaggero, accusa apertamente il nostro Paese. "Kata è ancora viva, lo sento. Ci sembra di essere stati abbandonati, avvertiamo l'indifferenza dell'Italia. Ho l'impressione che non si stia facendo abbastanza per ritrovarla e che nei primi giorni si sia perso tempo prezioso a cercarla inutilmente nell'hotel. Chiediamo che la foto della bambina venga diffusa anche fuori dai confini italiani. Mi sono rivolta direttamente alla Meloni. Chiedo solo un sostegno per cercare mia figlia".

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