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Emanuela Orlandi, la clamorosa rivelazione sulla pista familiare e lo “zio Mario”

Christian Campigli
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Uno dei più contorti ed intricati casi italiani. Un mistero lungo quasi mezzo secolo. E un'inchiesta che potrebbe aprire a nuove, clamorose prospettive. Sono passati tre mesi dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, quando, in modo assolutamente segreto, Il Segretario di Stato Vaticano Agostino Casaroli scrive un messaggio per posta diplomatica a un sacerdote sudamericano inviato in Colombia da Giovanni Paolo II. Secondo l'inchiesta esclusiva del Tg La7, il carteggio potrebbe spostare, completamente, la prospettiva della scomparsa della Orlandi. Il religioso a cui è destinata la lettera è stato a lungo consigliere spirituale e confessore della famiglia di Emanuela. E infatti la domanda esplicitata nel messaggio è molto diretta: Casaroli gli chiede se è vero che in passato la sorella maggiore di Emanuela, Natalina, gli ha rivelato di essere stata molestata sessualmente dallo zio Mario. Chi è lo zio Mario?

 

 

E’ Mario Meneguzzi, marito di Lucia Orlandi, zia paterna dei 5 ragazzi Orlandi. Nel suo messaggio il cardinale Casaroli chiarisce che la richiesta di confermare questo elemento gli arriva da ambienti investigativi romani. La risposta che giunge dal Sudamerica è sconvolgente. “Sì, è vero, Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata: le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima”. Si apre una pista mai analizzata prima, ovvero quella familiare.

 

 

Nell'inchiesta del Tg La 7 viene rivelato che Natalina, le insidie subite dallo zio, le mise anche a verbale nell’interrogatorio – mai emerso dagli atti – reso a un magistrato di Roma. Ma è chiaro che questi elementi nuovi, seppur eclatanti, da soli non possono costituire un atto di accusa nei confronti di una persona, Mario Meneguzzi, che tra l’altro non c’è più. In una storia intricata e complessa, c'è da porsi almeno due domande: che rapporti aveva "zio Mario" con il Sisde? E, soprattutto, siamo certi non sia l'ennesimo tentativo di depistaggio?

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