Kata, l'appello disperato della madre: "Voglio sapere se è ancora viva"
Un appello disperato. Un messaggio intenso, di chi sta perdendo la forza. Ed inizia persino a dubitare di poter rivedere la propria figlia. Viva. La mamma di Kata, la bimba peruviana di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, ha parlato ieri sera a Quarto Grado, la trasmissione in onda su Rete 4. Un invito proprio per i malviventi che hanno rapito la piccola. "Mi rivolgo a chiunque abbia preso mia figlia, anche per errore: liberate Kata o fateci sapere se è ancora viva". Parole intrise di sofferenza, e di speranza. Di una famiglia che sta convivendo, da un mese, col dolore. Il non sapere, il chiedersi ad ogni singolo istante se la propria creatura è ancora viva, se ha mangiato, se sta bene è, semplicemente, devastante.
"Faremo di tutto per trovare mia figlia"
— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 7, 2023
Ai microfoni di #Quartogrado parla la mamma della piccola di Kata@sturlesetosi pic.twitter.com/f0JwITGzh8
La giovane donna latina ha poi annunciato che vi sarà un presidio nel capoluogo toscano, organizzato per lunedì sera dall'associazione Penelope e dalla comunità peruviana, a un mese esatto dalla scomparsa di Kata. Un appuntamento al quale la madre della bimba ha invitato anche le istituzioni. E tutti i cittadini di Firenze. "All'appuntamento mi auguro ci siano anche le istituzioni e i cittadini di Firenze: non fatelo per me o mio marito ma per mia figlia". Un riferimento, quello politico, che ha sollevato un dubbio. Enorme. La famiglia di Kata si è sentita abbandonata dalle istituzioni?
Kata "è in un altro palazzo occupato". Testimone crolla, è la svolta?
Sul fronte delle indagini purtroppo non vi sono grandi novità. A poche ore di distanza dal mese esatto dalla scomparsa della bambina sudamerica, non vi è uno straccio di indagato. Nessuno. Gli inquirenti restano convinti che la dinamica criminale sia da ascriversi, completamente, ad un episodio (o, a più di uno) accaduto all'interno dell'ex hotel Astor, la struttura occupata abusivamente, all'interno della quale Kata viveva insieme alla famiglia. E ad altre centotrenta persone. Incomprensibile il motivo per il quale la pista del pedofilo non venga seguita. Uno dei tanti misteri in una storia colma di dolore e disperazione.