nuova pista

Kata scomparsa a Firenze, rumori e urla nelle registrazioni delle telecamere

Christian Campigli

Un grido disperato. Che potrebbe fornire importanti indicazioni sul  mistero del rapimento della piccola Kata, la bambina peruviana di cinque anni, scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno. La trasmissione Mediaset  "Quarto Grado" è tornata sui due rumori registrati dalle telecamere alle 17,20 di quel maledetto sabato. Il primo potrebbe essere riconducibile a un urlo, il secondo sarebbe (ma qui il condizionale è davvero d'obbligo) la chiusura dello sportello di un veicolo. Impossibile stabilire se si tratti o meno della voce di Kata. "Fino a cinque anni è complesso determinare il sesso - ha sottolineato il perito fonico forense, Marco Perino - Potrebbe essere compatibile alla voce di una bambina, ma così come quella di altri migliaia di bambini, ma non si può escludere".

 

 

 

In questa afosa domenica di luglio, al mistero della scomparsa di Kata si è aggiunto un nuovo, inquietante possibile scenario. Secondo il quotidiano Il Tirreno, i genitori avrebbero ricevuto una telefonata dalla loro terra natia, il Perù. Una persona non meglio identificata avrebbe spiegato loro che la figlia sarebbe stata presa per "uno scambio di persona". Gli inquirenti, pur non sottovalutando neanche il più piccolo indizio, al momento sono molto, molto cauti. La possibilità che si tratti, per l'ennesima volta, di un mitomane, un esaltato che vuol attirare su di sé le luci della ribalta e non è nemmeno in grado di rispettare il dolore di una famiglia affranta dalla disperazione è concreta. Vi è, però, un aspetto che gli investigatori non stanno sottovalutando: il movente del rapimento (punto nevralgico dal quale partire per giungere a individuare i colpevoli) potrebbe essere nascosto in dinamiche criminali ben più gravi (penalmente) del racket delle camere occupate. Nessuno, ufficialmente, lo conferma, ma in base alle nostre fonti, possiamo affermare che gli uomini in divisa stanno scandagliando anche l'universo dello spaccio di droga. In particolar modo, quella gestita dai "latinos". E delle gang che ruotano intorno al miliardario business. I genitori, nel frattempo, sono stati nuovamente sentiti in Procura per oltre quattro ore.