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Strage di Viareggio, il ricordo e la protesta dei familiari delle vittime dopo 14 anni

Christian Campigli
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Un boato fragoroso. Che ha squarciato un'intera comunità e distrutto, per sempre, la vita di trentadue persone. E delle loro famiglie. Sono passati quattordici anni da quel lampo che provocò la strage di Viareggio. Pochi minuti prima di mezzanotte, in un tempo sospeso per il 29 e il 30 giugno del 2009, quando la Perla del Tirreno si preparava all'inizio della stagione estiva, degli arrivi settimanali e di quelli mensili. Un carro merci, che trasportava gpl, esplose proprio mentre attraversava la stazione della cittadina toscana. Trentadue esseri umani morirono, alcuni sul colpo, in modo forse inconsapevole, altri dopo giorni di indescrivibile agonia. E dopo atroci sofferenze. 

 

 

Una vicenda che ha portato a processi, condanne, assoluzioni. All'ennesima dimostrazione che la giustizia italiana è lenta in modo pachidermico e ad un fiume di polemiche. Anche sul fronte politico. Questa mattina, di fronte al tribunale di Firenze, i familiari delle vittime stanno protestando contro il ritardo con cui gli atti del processo di Appello Bis sono arrivati in Cassazione, solo a maggio, cinque mesi dopo il termine per il deposito dei ricorsi scattato a metà dicembre scorso. 

 

 

“Questo vuol dire che l’ex Ad delle Ferrovie (Mauro Moretti, ndr), qualora venga confermata la condanna nel corso del processo che si aprirà il 29 novembre - ha ricordato il padre di Emanuela Menichetti -. Non sarà chiamato a scontare neppure un giorno di carcere avendo ormai compiuto 70 anni”. Sul tema è intervenuto anche Irene Galletti, capogruppo del Movimento Cinque Stelle nel Consiglio Regionale della Toscana. “Vogliamo conoscere le motivazioni che hanno ritardato l’invio degli atti in Cassazione”. I deputati grillini Riccardo Ricciardi e Andrea Quartini presenteranno un’interrogazione alla Camera per fare luce sui ritardi in ambito giudiziario.

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