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Rovigo, abbassati i 9 in condotta agli studenti dei pallini contro la prof
Valditara ha vinto la sua battaglia contro il bullismo a scuola: o comunque ha dato un forte segnale al mondo della scuola intero, perché quei 9 in condotta di Rovigo urlavano davvero vendetta. E invece, dopo il nuovo consiglio di istituto imposto dal ministro dell’Istruzione, gli studenti istituto «Viola Marchesini» di Rovigo (che spararno pallini di plastica alla prof di italiano), saranno «puniti»: pur mantenendo la promozione. Ieri pomeriggio, il consiglio di classe voluto dal ministro dell'istruzione e del merito ha rivisto la valutazione dei ragazzi, abbassando i voti a un 7 e tre 6. In particolare, allo studente che aveva preso 9 in condotta è stato attribuito un 7 mentre agli altri che avevano avuto 8 in condotta, il consiglio di classe ha dato 6. In questo modo, l’istituto ha accolto la richiesta del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, alla dirigente scolastica Isabella Sgarbi, «a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese», si legge in una nota di viale Trastevere. Richiesta avanzata dopo aver letto la relazione degli ispettori ministeriali.
Nei giorni scorsi, Valditara aveva già espresso la volontà di portare avanti «un ripensamento sul significato e sul ruolo, all’interno dell’intero anno scolastico, del voto di condotta», proprio a partire dal “caso” di Rovigo che lo aveva «lasciato perplesso». Intanto oggi Valditara dovrebbe illustrare le iniziative volte a contrastare il bullismo a scuola. Intanto anticipa: «Il voto di condotta dovrà avere un ruolo importante in tutti i percorsi della scuola secondaria. Ci sarà un incontro con i tecnici al ministero, renderò note alcune linee di questo intervento che darà maggiore valore alla condotta e porterà a modificare il significato delle sospensioni - aggiunge - Il pacchetto di misure verrà poi definito nelle prossime settimane dopo un confronto più ampio». Quindi «no» alle sospensioni ma attività alternative: «Io non sono favorevole a lasciare a casa a non fare nulla un ragazzo che si sia comportato male in classe. Questo vuol dire fare il suo male. Occorre sviluppare più scuola per una cittadinanza attiva e solidale. Le mie proposte vanno nel senso di ridare responsabilità e maturità nelle nostre scuole», spiega ancora il ministro.
«Vogliamo puntare su un aspetto molto importante, vale a dire la capacità della scuola di saper accendere la lampadina che c’è in ogni ragazzo. È il vero antidoto a ogni forma di bullismo. La svolta potrà darla il percorso di personalizzazione che abbiamo introdotto nelle scuole attraverso il lavoro svolto dai docenti tutor che ascoltano i ragazzi, li aiutano a recuperare, a vincere il loro senso di sfiducia che li porterebbe ad abbandonare. Si prevedono anche attività di recupero che saranno svolte in orario extra-curriculare dai docenti delle singole discipline».