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Kata, dal Dna la svolta? Isolati 150 profili genetici: su chi cadono i sospetti

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Christian Campigli
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Il supporto della scienza. Delle moderne tecniche investigative. Che, un altri casi, hanno offerto agli inquirenti un supporto decisivo per giungere a dama. Il DNA di Kata e di tutti i 150 adulti che, per mesi, hanno occupato abusivamente l'ex hotel Astor, a Firenze, sono stati isolati. Gli inquirenti hanno due ferree convinzioni: la bimba peruviana scomparsa sulle rive dell'Arno diciassette giorni fa sarebbe stata rapita per vendetta nei confronti della famiglia da uno o più membri del racket delle stanze. E i malviventi sarebbero ancora a Firenze.

 

I reparti scientifici hanno analizzato abiti, automobili e ogni singolo oggetto rinvenuto degli ex occupanti. Il cerchio, secondo un'indiscrezione degli ultimi minuti, si starebbe stringendo attorno a una persona in particolar modo. Un romeno. Comunità  che non avrebbe stretto rapporti idilliaci con i peruviani. Con buona pace di chi (a livello politico) considerava queste occupazioni una sorta di eden dell'accoglienza.

 

I carabinieri, con la necessaria prudenza indispensabile in indagini così complesse, invitano alla calma. "Gli accertamenti sul dna degli occupanti rientrano nelle normali attività investigative specifiche per le ricerche di persone scomparse - si legge in una nota -  finalizzate semplicemente a cristallizzare la eventuale presenza di soggetti estranei agli occupanti dell’Astor rispetto ai reperti acquisiti durante i sopralluoghi". L'analisi delle telecamere del capoluogo toscano e la comparazione del DNA servirà alla Procura per arrivare al malvivente o, nella peggiore delle ipotesi, a scartare (per sempre) la teoria del racket. E a  gettarsi a capo fitto sulla pista del pedofilo. Un'inchiesta che ricorda, per molti aspetti, quella sul Mostro di Firenze. Prima di giungere ai cosiddetti Compagni di Merende, per anni si indagò sulla Pista dei Sardi. L'augurio è che, nella vicenda di Kata, non vengano commessi gli stessi errori del caso di cronaca nera più famoso del Dopoguerra. 

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