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Vacanze, ondata di rincari. Voli, hotel, ristoranti: ecco dove aumentano di più

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Christian Campigli
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Prezzi alle stelle. Che non accennano a tornare a dei livelli accettabili. Soprattutto in un settore fondamentale per il nostro paese, attenzionato con particolare interesse dai nostri connazionali nei mesi estivi. Non si arresta l'ondata dei rincari nel settore del turismo, con prezzi e tariffe che continuano a salire a ritmo vertiginoso rendendo sempre più costoso  organizzare le vacanze estive. Lo denuncia il Codacons, che snocciola oggi i numeri sugli aumenti che stanno interessando il comparto dei viaggi.

 

La prima nota dolente, come ricorda l’agenzia di stampa AdnKronos,  riguarda il comparto dei servizi legati ai trasporti. Un biglietto aereo per un volo nazionale costa oggi il 43,9% in più rispetto allo scorso anno, +42,6% se si sceglie una destinazione europea, +36,8% una meta internazionale. Il trasporto ferroviario rincara del 3,8% mentre benzina e gasolio hanno ripreso la corsa al rialzo. Impossibile poi non porre sotto la luce di ingrandimento il comparto degli alloggi, con aumenti, in media, del 13,6% su base annua, con forti differenze sul territorio.

Lo studio del Codacons attesta infatti come siano le città d’arte e le località balneari quelle che fanno segnare veri e propri rincari record. In testa alla classifica del caro-alberghi si piazza Firenze, dove i listini di hotel, b and b, e strutture ricettive in genere salgono del +53% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Palermo (+35,9%), al terzo Milano (+27,7%). Seguono Olbia con +27,2%, Venezia (+25,5%), Roma (+20,9%) e la provincia di Ravenna (+20%). Sul fronte dei pacchetti vacanza, il rincaro medio è del +19,2%, ma si spende di più anche per mangiare in bar e ristoranti, con il comparto della ristorazione che ha applicato aumenti medi del +6,7%, e punte del +15,3% a Viterbo, +12,3% a Brindisi, +11,5% a Cosenza.

 

Infine i beni alimentari: i gelati rincarano del 21,8%, gli aperitivi alcolici del +10%, la birra del +13,9%, mentre per una bevanda gassata si spende in media il 20,7% in più rispetto allo scorso anno, +16,7% i succhi di frutta. Una cena in casa a base di pesce costa mediamente l’8,2% in più, con punte del +15,6% se si ricorre al pesce surgelato. Non si salva dai rincari nemmeno l’insalata, i cui prezzi salgono del 10,9%, e se si vogliono aggiungere i pomodori, la spesa rispetto allo scorso anno aumenta addirittura del 18,2%. 

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