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Caso Orlandi, rinvio per l'inchiesta parlamentare. L'accusa del fratello: "Sudditanza"

Un nuovo rinvio per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.  40 anni dai fatti si indaga su uno dei casi che più hanno fatto parlare, con fasi alterne, negli ultimi anni. Indaga la procura di Roma ma anche il promotore di Giustizia del Vaticano, doppio "faro" che ha riacceso le speranze delle famiglie delle due ragazze scomparse a Roma a pochi giorni di distanza l'una dall'altra. Oggi l'inchiesta parlamentare è tornata all’esame della prima Commissione Affari Costituzionali del Senato e si è deciso di far slittare di una settimana l’eventuale voto degli emendamenti presentati, relativi alla durata della Commissione.

 

Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, è tornato a criticare l'inerzia del Parlamento: "Non capisco questi rinvii, non sono un buon segnale. Quando si vuole fare una cosa si fa e basta, evidentemente chi vuole rinviare non sa che cosa fare", afferma all’Adnkronos  commentando il nuovo rinvio in Prima Commissione al Senato sull’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta. "Evidentemente, al contrario di quanto dicevo tempo fa, - sottolinea Orlandi - c’è ancora sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano". A due giorni dall’anniversario dei 40 anni dalla scomparsa della sorella, Pietro sperava in un segnale positivo: "È molto triste», sottolinea ricordando che domenica ha organizzato un sit-in proprio per ricordare Emanuela e continuare a tenere alta l’attenzione sulla vicenda.