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Incidente Roma, annuncio di TheBorderline: "Stop alle attività, pensiamo solo a Manuel"

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Un video di 40 secondi, un'immagine fissa con un messaggio su sfondo nero. È un filmato diverso da quelli a cui hanno abituato i loro 600mila follower quello postato su YouTube da TheBorderline domenica 18 giugno. È la prima dichiarazione pubblica dopo l'incidente di mercoledì scorso in cui ha perso la vita il piccolo Manuel Proietti, 5 anni, che viaggiava con la sorellina sulla Smart guidata dalla madre che si è scontrata con la Lamborghini Urus condotta da Matteo Di Pietro, 20 anni, del gruppo di youtuber alle prese con la challange "50 ore in Lamborghini".

 

«I TheBorderline esprimono alla famiglia il massimo, sincero e più profondo dolore - si legge nel testo pubblicato in forma di video nel loro canale YouTube  - Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai più essere come prima. L'idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto, il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest'ultimo messaggio. Il nostro pensiero è solo per Manuel».

 

Sul versante delle indagini, sono al vaglio degli investigatori della polizia locale di Roma Capitale le immagini delle telecamere posizionate su via di Macchia Saponara, a Casal Palocco, dove lo scorso mercoledì il potente Suv con a bordo cinque youtuber del gruppo si è scontrato con la Smart FourFour provocando la morte del piccolo Manuel di 5 anni e il ferimento della mamma e della sorellina di 4 anni. La immagini saranno importanti per chiarire con esattezza la dinamica dell’incidente. Ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo del bimbo al policlinico di Tor Vergata. All’inizio della prossima settimana verrà dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia per procedere con l’esequie. Nel procedimento si ipotizzano i reati di omicidio stradale e lesioni: al momento sul registro degli indagati è iscritto un solo nome, quello di Matteo Di Pietro.

 

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