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Emanuela Orlandi, "vicino a Bergoglio...". Sospetto choc: chi rema contro

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A 40 anni dalla scomparsa Emanuela Orlandi ci sono due inchieste aperte: una della procura di Roma, l'altra del promotore di giustizia vaticano. In attesa che possa vedere la luce la commissioni d'inchiesta parlamentare su un caso che attende ancora la verità. Se da una parte la famiglia di Emanuela Orlandi giudica positivamente la volontà del Vaticano di fare finalmente luce sul caso, dall'altra ci sono pesanti sospetti su chi negli stessi ambienti rema contro. Laura Sgrò, avvocata della famiglia Orlandi, in una intervista a Oggi ha raccontato come hanno fatto i parenti della ragazza scomparsa il 22 giugno 1983, 40 anni fa, a sostenere 14.610 giorni di silenzi e depistaggi: "Non si sono fatti divorare dall’odio. Hanno scelto la pazienza e sono un branco: si difendono a vicenda, come i lupi". In merito alla apertura dell’inchiesta in Vaticano dice: "Il Papa ha mostrato più volte la sua buona volontà nel voler fare luce sulle vicende della Chiesa. Mi fiderò quando vedrò le carte".

 

Ma alla domanda sul fatto che attorno a Papa Francesco potrebbe esserci chi rema contro la ricerca del vero risponde: "Di sicuro. C’è sempre stato". Infine sostiene l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi. "È l’ultima chance che abbiamo di sapere cos’è successo a Emanuela. Negli anni il Vaticano ha respinto tre rogatorie internazionali per interrogare i testimoni. Molti dei protagonisti di allora sono morti, chi sa non parla. Il tempo che passa è nemico della verità". 

 

Qualche giorno prima, ospite di Dimartedì su La7, Sgrò aveva spiegato che una pista in particolare oggi merita di essere approfondita perché in passato non ha avuto la giusta attenzione: "Mi riferisco in modo chiaro alla pista della pedofilia - afferma l'avvocato di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, e della famiglia - è una pista che è stata semplicemente chiacchierata fino a ora, ma di fatto mai indagata". In particolare, afferma la legale, c'è una conversazione in cui Emanuela confidava a una amica molestie sessuali subite. Quella è una delle direzioni da seguire, sostiene Sgrò.

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