Reportage

Covid, “guerra batteriologica”. La verità sulla fuga del virus da un laboratorio del ministero cinese

La verità sul Covid è da mesi avvolta in una nube misteriosa, ma ora dall’Inghilterra cercano di fare chiarezza. Il Sunday Times ha pubblicato un lungo reportage sulle origini del virus che ha messo in ginocchio il mondo intero, basandosi su documenti desecretati, esperti e fonti dell’intelligence degli Usa. “È probabile che la pandemia da Covid sia nata da una fuga dal laboratorio di Wuhan, che la Cina stesse conducendo esperimenti proprio su Coronavirus modificati in laboratorio coordinati dal Ministero della Difesa cinese in vista di una possibile guerra batteriologica e che Pechino abbia nascosto molti dati ed esperimenti negli ultimi anni alle autorità straniere” le affermazioni del quotidiano britannico.

 

 

Già in passato il laboratorio di Wuhan era riuscito ad unire il coronavirus W1Y1 con il SHC014, aggiungendo poi al mix un altro patogeno simile alla Sars: il risultato fu un virus super letale, con i topi geneticamente modificati con polmoni simili agli umani che morivano nel 75% dei casi dopo l’infezione. Nel 2016 in una miniera di Mojiang, nella provincia di Yunnan, viene scoperto un nuovo coronavirus contenuto in campioni ed escrementi di pipistrello, con alcuni studiosi che muoiono dopo aver sofferto di sintomi simili alla Sars. Tale variante viene denominata RaTG13, molto simile a quella del Covid che si è diffuso ad inizio 2020. “A questo punto parte il loro programma di ricerca segreto e vengono coinvolti direttamente la Difesa e l’esercito cinesi per quella che sembra una preparazione a un’eventuale guerra batteriologica” le parole degli 007 statunitensi, che accusano la Cina di aver già in quel periodo preparato un vaccino contro il Covid. Sospetti che sono cresciuti dopo l’uscita tempestiva del prodotto anti-Covid a Pechino.

 

 

Alcuni studi dimostrano inoltre come i primi veri focolai di Covid siano avvenuti all’istituto di Virologia di Wuhan e non nel famoso mercato degli animali presenti in città. Una tesi avvalorata dai sintomi accusati da alcuni scienziati che hanno lavorato nel laboratorio di Wuhan e già a novembre 2019 si erano ammalati. La conclusione dell’articolo, riportato già da Repubblica, è che è molto probabile che il Covid sia uscito da tale laboratorio, senza però una certezza definitiva.