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Firenze, i cani fiutano Kata vicino casa. L'inferno del palazzo occupato

Christian Campigli
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Katalina, la bambina di cinque anni scomparsa ieri pomeriggio a Firenze, sarebbe ancora viva. Un'amica della madre, Isabel, ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da un uomo, dall'accento sudamericano. “Era una voce maschile, di un uomo di etnia latina come noi, pensava che fossi la madre perché lei ha diffuso il mio numero per i contatti sugli avvistamenti della bambina”.

 

Una barlume di speranza, in una vicenda dai contorni ancora foschi. Gli inquirenti stanno battendo ogni singola pista. Dall'allontanamento volontario (ipotesi, al momento, tra le meno probabili), al rapimento. Senza escludere la possibile ritorsione. Secondo il fiuto dei cani molecolari, la bimba in realtà si troverebbe ancora nei pressi dell'Hotel Astor, una struttura occupata abusivamente dal 2020, all'interno del quale vivono, in condizioni disumane, oltre cento persone. E, tra queste, anche la madre di Katalina Mia Alvarez.

 

La donna, che lavora in un supermercato Carrefour del centro di Firenze, vive in un autentico inferno, insieme alla famiglia del fratello. Il padre, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Agi, risulterebbe essere detenuto in carcere. Negli scorsi giorni ci sarebbero stati degli screzi tra lo zio della piccola e alcune persone che abitano al terzo piano dell'Hotel Astor. “Qui ogni notte succede qualcosa - ci racconta uno degli occupanti - Ci sono persone povere, ma oneste e poi autentici delinquenti. Due giorni fa un giovane sudamericano, per sfuggire ad una coltellata, ha fatto un volo di cinque metri. Non so nemmeno come sta, so solo che è stato portato in ospedale. Nessuno ha sporto denuncia, tutti abbiamo paura di essere sgomberati da un giorno all'altro”.

All'interno dell'immobile la convivenza tra i numerosi gruppi etnici presenti sarebbe tutt'altro che pacifica. Anzi, i regolamenti di conti, le minacce e le risse sarebbero all'ordine del giorno. Un ambiente pessimo, una sacca di illegalità tollerata fino ad oggi nell'indifferenza più generale.

Firenze si è stretta intorno alla comunità peruviana. Decine le segnalazioni giunte ai carabinieri che ora stanno lavorando per capire se, quella telefonata a Isabel, sia frutto di un mitomane o rappresenti la prima, concreta traccia sulla quale lavorare. Una pista concreta, per riportare al più presto Katalina dalla mamma.  

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