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Massimo D'Alema, imbarazzo di Bersani da Floris: "I siluri viaggiano e..."

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La notizia che vede Massimo D'Alema indagato nell'inchiesta sulla presunta intermediazione per la vendita alla Colombia di forniture militari, insieme all’ex amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha creato un putiferio ed è un'evidente fonte di imbarazzo per la sinistra. Nel corso della puntata del 7 giugno di Dimartedì, su La7, Pier Luigi Bersani viene chiamato a commentare la vicenda. Il conduttore Giovanni Floris parla di un "brutto colpo all'alternativa di sinistra. L'indagine per corruzione internazionale, la perquisizione a casa...", ricorda il giornalista. "È un contesto che suona male", spiega Floris che si produce in un parallelismo ardito tra l'inchiesta su D'Alema e le "conferenze in Arabia" di Matteo Renzi, sottolineando tuttavia la "grande differenza" tra i due: "Nel primo caso si tratterebbe di un reato". Il punto qual è? "L'idea che chi arriva a una presidenza del Consiglio poi si possa giocare questo potere per guadagnarci, dà l'idea della politica come momento di passaggio".

 

Bersani risponde che "il prestigio è una risorsa che uno spende come crede", e sul caso di D'Alema "non credo sia una questione di guadagni, francamente, e non dubito assolutamente della sua buona fede. Ma quando si maneggiano cose del genere, i siluri viaggiano sott'acqua", è la metafora che rende bene l'idea usata dall'ex candidato premier del Pd. Un mondo da cui "sarebbe meglio stare alla larga". 

 

 

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