La sinistra arruola le "sex worker: Bella ciao e critiche alla destra
Da stelle sulla strada a paladine della sinistra che ha smarrito (la retta) via il passo è stato davvero breve. Le "sex worker", donne, trans e travestiti che, per lavoro, intrattengono momenti di intimità amorosa con clienti di ogni genere e natura, si sono riunite a Bologna. Un incontro ospitato dall’amministrazione comunale emiliana, dopo oltre venti anni di silenzio e ipocrisia su un tema spesso sottovalutato. Per i profondi risvolti psicologici, sociali ed economici del settore. Hanno partecipato collettivi, associazioni e singole meretrici, provenienti da ogni angolo dello stivale. Tema del convegno diritti e doveri, rispetto e considerazione. Con il cuore che batte (forte) a sinistra e un nemico dichiarato da abbattere: la destra di governo.
«La politica cattiva e infame ha fatto il male sulla mia pelle – ha sentenziato Loredana Rossi, una delle prime attiviste trans - . Nel ’94, quando con Berlusconi arrivarono al governo gli ex Msi, che sono poi gli stessi di oggi, il clima cambiò: la polizia veniva a insultarci con gli altoparlanti». Il vero obiettivo è quello di trasformare quel sottobosco nascosto e del quale molti clienti si vergognano in un «lavoro come gli altri».
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Mentre parte Bella Ciao, cantata a squarciagola dalle sex worker, il dibattito si focalizza sulla richiesta di decriminalizzare quel settore. Renderlo normale, socialmente accettabile da tutti. «Siamo una società put***ofobica – afferma Elettra, dell’associazione Swipe - La legge Merlin aveva un senso nel 1958, oggi serve solo a isolarci: non potendo affittare appartamenti insieme aumentano i rischi e non riusciamo a fare cooperativa e rete. I papponi del 2000 sono i palazzinari che affittano in nero solo alle prostitute con prezzi da sfruttamento». Sono lontani gli anni di St.Pauli, il quartiere a luci rosse di Amburgo narrato divinamente dalla serie tv "Luden". Oggi le prostitute non solo non hanno più il "protettore", ma chiedono un’emancipazione sociale netta, perentoria.
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E sono disponibili, per ottenerla, anche a pagare le tasse. «Le sessoperaie militanti non chiedono comprensione per le loro scelte ma solo tutela come persone ed esseri umani, come chiunque altro lavori – dice Porpora Marcasciano, figura del movimento trans, oggi consigliere comunale a Bologna - Pagare le tasse per avere accesso ai servizi sanitari, agli affitti delle case, agli uffici di polizia dove poter denunciare le violenze subìte o i furti di immagini sul web senza che l'agente di turno le inviti a lasciar perdere, sminuisca, perfino derida».