2 giugno e polemiche

Michela Murgia allo scoperto: con chi ce l'ha davvero. La verità sui "saluti romani"

Dario Martini

Che fosse una bufala era evidente sin dall’inizio. Il gesto fatto da un incursore del Comsubin alla parata del 2 giugno non è il saluto romano. Il fascismo non c’entra nulla. È, invece, il tradizionale «attenti a sinist’», saluto alle autorità che i militari fanno ad ogni parata. È andato in scena anche gli anni scorsi, quando sul palco dei Fori Imperiali prima di Giorgia Meloni sedeva Mario Draghi, e al posto di Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana c’erano Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati. Tutti i reparti che sfilano ai Fori Imperiali per la Festa della Repubblica fanno quel gesto. Lo fanno anche le crocerossine: chi sta in testa ha il compito di alzare il braccio e richiamare l’attenzione dell’unità per il saluto collettivo.

 

Eppure, una volta dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che si trattava di una fake news, anche per quanto riguarda la X Mas (il grido «Decima» era rivolto alla Decima della Marina Militare del Regno di cui gli incursori del Goi sono i diretti discendenti), la polemica innescata da Michela Murgia, a cui si è aggregato come al solito Roberto Saviano, è continuata anche ieri. La scrittrice ha contestato la parata delle Forze Armate, a suo dire uno show più consono alle dittature che a una democrazia. Tanto che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, le ha dovuto ricordare qual è compito principale delle Forze armate: assicurare pace e sicurezza.

 

Per la scrittrice poco importa se si sia trattato davvero di un saluto fascista e se non ci sia stato alcun riferimento alla X Mas. Con un nuovo video pubblicato su Instagram, Murgia se la prende con il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Non starò a cronometrare quanto è durato il braccio teso del capo fila rispetto al gesto dell’avvio, né voglio chiedermi se il grido "Decima" avesse altri fini - dice la scrittrice - Il senatore La Russa, seconda carica dello Stato, quello col busto di Mussolini in casa, a quelli che dovrebbero essere gesti comuni nella liturgia della parata, ha risposto con un segno non comune: la V di Vittoria. Non credo si stesse complimentando per la coordinazione della coreografia. La vera domanda: sono io ignorante e quelli che hanno interpretato il video come me sono ignoranti, oppure è il presidente del Senato che ha strumentalizzato quei segni e quelle parole a suo modo?».

A questo punto Murgia spiega cos’è che le dà davvero fastidio: «Vorrei fare una premessa: io sono antimilitarista, non vuol dire che odio i militari, ma cittadina di uno Stato che nella sua Costituzione ripudia esplicitamente la guerra. Se davvero crediamo che quella sia la Costituzione più bella del mondo, come ci piace spesso ripetere, dovremmo essere tutti antimilitaristi. Trovo privo di logica celebrare la nascita di una democrazia, facendo mostra dell’apparato bellico, come fanno le dittature». Tanto che lei sogna di far sfilare «medici, giornalisti, insegnanti e i cento contribuenti più onesti».

 

A stretto giro arriva la risposta di Crosetto: «Michela Murgia, per giustificare lo "scivolone" di ieri spiega di essere antimilitarista da sempre e che dovremmo esserlo tutti. Per lei i militari sono regime e guerra. Cara Murgia, spiego pubblicando la Legge, quali sono i compiti delle donne e degli uomini che ha visto sfilare», scrive il ministro su Twitter, pubblicando anche l’art.89 del codice dell’Ordinamento militare: «Compito prioritario delle forze armate è la difesa dello Stato. Le forze armate hanno altresì il compito di operare al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali delle quali l’Italia fa parte». A questo punto la polemica dovrebbe essere davvero chiusa.