Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Migranti, offensiva delle Ong: non rispettano il decreto Piantedosi

Esplora:

Due navi si rifiutano di eseguire gli ordini della Capitaneria di porto. Una approda in uno scalo diverso, l'altra va a recuperare altri clandestini

Gaetano Mineo
  • a
  • a
  • a

Disattende le disposizioni delle autorità italiane e approda a Lampedusa anziché a Trapani. Una violazione del decreto Piantedosi che per la nave Mare Go di una Ong tedesca vale un fermo di venti giorni e una multa. Il natante, con a bordo 36 migranti soccorsi nel Mediterraneo, aveva ricevuto l’ordine dalla Capitaneria di porto di approdare a Trapani come porto sicuro. Ma la Mare Go, in barba alle norme che vigono nello Stato italiano, attracca nello scalo dell’isola delle Pelagie, dove è attualmente ancorata. E così ad attendere nel porto la nave c’erano la Guardia di Finanza e la Guardia costiera.

 

Alle autorità italiane, il comandante dell’imbarcazione aveva detto che non sarebbe stato in grado di accompagnare in sicurezza fino a Trapani i trentasei naufraghi salvati, dunque si sarebbero diretti verso l'approdo sicuro più vicino che a suo dire, era Lampedusa. Ma per la Capitaneria di porto, la decisione della Mare Go è una violazione del decreto Piantedosi, come detto. Per la cronaca, in quel momento, l’hotspot ospitava circa 520 migranti, ovvero più di cento in più rispetto alla capienza ufficiale.

«Dopo aver salvato 36 persone in mare è stato assegnato il porto di Trapani, a un minimo di 32 ore di distanza – ha fatto sapere la Ong tedesca -. Abbiamo chiaramente comunicato alle autorità che Mare Go non è attrezzata per curare le persone soccorse in movimento per quel periodo di tempo e che il nostro equipaggio è stato in mare aperto per diversi giorni effettuando diverse operazioni di soccorso e quindi è irragionevole continuare così tante ore di navigazione per quanto riguarda il benessere delle persone soccorse e del nostro equipaggio. Ecco perché abbiamo deciso di dirigerci invece verso Lampedusa».

Non sono solo tecniche, ma anche politiche le considerazioni della ong tedesca: «Vogliamo sottolineare che questa nuova legge in vigore è un altro strumento per far annegare in mare più persone e per impedire a chi vuole di intervenire». Quindi, la Mare Go ritiene che «questa legge debba essere contestata». Dalla procura di Agrigento, attualmente non trapela nessuna iscrizione di notizia di reato.

 

A manifestare sostegno alla Png tedesca, invece, pensa Alarm Phone: «Benvenuti nella flotta civile e grazie per il tuo incredibile impegno negli ultimi giorni e per aver deciso di sbarcare a Lampedusa» scrive l’Ong di attivisti. Mentre dalla politica, arrivano le prime reazioni. «Ong straniere non rispettano le leggi italiane sull’immigrazione? Multa salata e blocco del mezzo, norme e confini vanno rispettati, in Italia come in tutto il mondo», ha affermato una nota della Lega. Intanto, la Guardia Costiera fa sapere che oltre perla Mare Go, il fermo amministrativo è scattato per la nave Sea eye 4, in quanto, «contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere nel più breve tempo possibile il porto di Ortona, dirigendo invece su un’altra unità di migranti sulla quale, sotto il coordinamento di Imrcc Roma, stava già dirigendo in soccorso una motovedetta Sar della Guardia Costiera italiana». 

Dai blog