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Covid, Vaia punta sulla prevenzione: pandemia solo un brutto ricordo
Non solo Covid ma anche altre malattie altamente infettive. E, troppo spesso, sottovalutate. La lista è lunga, per gli ipocondriaci sicuramente è un po’ spaventosa. Occorre parlare sempre più di prevenzione, la vera arma segreta per sconfiggere gran parte delle malattie. La lezione del prof. Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, è rivolta a tutti: grandi e piccoli. Solo pochi giorni fa, a Milano durante la presentazione del "Radio Zeta Future Hits Live", Vaia si è rivolto ai giovani e ai giornalisti: “Fate l’amore con chi volete? Ma fatelo con sicurezza”. Una frase a effetto che ha lasciato il segno. Senza ombra di dubbio. Infatti, la campagna di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse passa anche per la radiovisione amata dai giovani, Radio Zeta, che radunerà la Gen Z al Foro italico sabato 10 giugno per un mega concerto.
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Ma torniamo al Covid. Secondo l’Oms la pandemia, finalmente, è giunta al termine e in una lunga intervista a Formiche.net, il prof. Francesco Vaia mette le cose in chiaro: “La maggioranza della popolazione può ormai vedere questa malattia solo come un cattivo ricordo”. E poi ancora: “La situazione è quella di una malattia stabile ormai da diverse settimane, con una pressione molto bassa, direi ormai residuale, sui sistemi sanitari. I casi che ancora vengono osservati si manifestano soprattutto in forma paucisintomatica e non richiedono ospedalizzazione se non in casi particolari e cioè in pazienti molto anziani o comunque fragili per altre patologie e immunodepressi".
Intanto in Cina sembra che stia arrivando una nuova ondata di Covid e questo spaventa l’intera Europa. Ma Vaia, sempre nella chiacchierata con Fomiche.net rassicura tutti: “Le varianti che caratterizzano la dichiarata nuova ondata di casi in Cina non sono diverse da quelle circolanti da noi e che già conosciamo. Il motivo della diffusione di queste varianti in Cina, che starebbe generando una forte ondata di casi, è legata al basso impatto che c’è stato in Cina sia della vaccinazione, basata su vaccini poco efficaci e con un basso tasso di copertura della popolazione, e soprattutto dell’immunità ibrida, ovvero del mix tra immunità vaccinale e naturale nella popolazione”.