Andrea Augello, addio commosso: la destra romana saluta il senatore scomparso

Claudio Querques

C’è stato un tempo neanche troppo lontano in cui i funerali celebrati dalla destra romana si aprivano e si concludevano sempre allo stesso modo. Per non parlare degli anni più bui quando la tensione era altissima. La funzione religiosa diventava un problema di ordine pubblico. Esequie blindate, il feretro del caro estinto circondato da un cordone di polizia. Che fossero maggiorenti o figure minori poco cambiava.

L’addio al senatore Andrea Augello segna invece un confine preciso, l’ultima mutazione. La bara di mogano chiaro che sfila sulla scalinata della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli tra i militanti di FdI e la folla. Rappresentanti del governo, deputati e senatori, amministratori locali, cittadini e sindacalisti. Solo il rumore dei loro passi. Il legame tra i vivi e i morti scandito da quel silenzio irreale e da un lungo applauso finale. Nessun accenno a certe scenografie, ormai ombre del passato, si spera.

Solo chi ha conosciuto Andrea Augello- nato a Novara e scomparso venerdì scorso all’età di 62 anni- può misurare il vuoto lasciato dal senatore di FdI. Un lutto difficile da colmare per la destra romana che ha perso uno dei suoi uomini migliori. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, accompagnata dalla sorella Arianna, ne aveva condiviso giovanissima le passioni politiche. Avrebbe potuto dunque far partire il suo amarcord dai tempi del Fronte della Gioventù. Ha preferito raccontare, invece, trattenendo a stento le lacrime, di quando Andrea gli parlò del suo male incurabile. «Mi aveva chiesto un appuntamento e io ero certa che lui volesse parlarmi della scadenza elettorale. Gli dico "dimmi Andrea, ho 20 minuti", lui mi guarda e senza muovere un muscolo, mi dice "sto morendo” e io non riesco a dire nulla. Poi mi guarda e dice: “Non fare così Giorgia, pensa a me che in 20 minuti devo dirti che sto morendo"... Andrea era così».

Non voleva essere compatito, Andrea Augello, «sapeva ridere e far ridere». Un politico che ha attraversato le varie stagioni della destra, cambiando schieramento ma poi tornando all’ovile. Goffredo Bettini, l’altro-guru, al quale Augello i è stato spesso paragonato, ha voluto esserci per prendere la siamo stati avversari e amici».

Moltissimi militanti e cittadini avevano già espresso il proprio cordoglio di persona alla moglie Roberta Angelilli, vice presidente della Regione Lazio, alla Camera ardente allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Per l’ultimo saluto nella Basilica capitolina erano presenti il presidente del Senato Ignazio La Russa e molti esponenti di governo: Francesco Lollobrigida, Andrea Abodi, Eugenia Roccella, Maurizio Leo, Francesco Storace. E ancora: Raffaele Fitto; Tommaso Foti; il presidente della regione Lazio Francesco Rocca; il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri; Isabella Rauti; Renato Brunetta; Fabio Rampelli; Giovanni Donzelli; Gianni Alemanno; Massimo Tabacchiera e Giovanni Malagò. Una partecipazione più corale che militante, dicevamo: alle 10 del mattino nella Basilica romana – la stessa dove 23 anni fa si officiavano i funerali del fratello Tony, ex consigliere comunale Msi - i posti a sedere erano già tutti occupati e fino alla fine della cerimonia funebre non si è alzato nessuno. «Voglio ringraziarvi per questa straordinaria partecipazione – il commiato della moglie Roberta – Andrea era un uomo sobrio, essenziale, non amava la retorica, la ritualità, però sono sicura che se oggi fosse qui sarebbe felice». E non gli si può dar torto: un funerale di Destra che diventa bipartisan è stato il suo ultimo capolavoro.