caso 41 bis
Cospito, l'anarchico ci ripensa: mangia brodo e integratori
Alfredo Cospito riprende ad alimentarsi. L’anarchico detenuto al 41 bis e in sciopero della fame da ottobre scorso, avrebbe ripreso ad assume alcuni alimenti e integratori. La notizia arriva da fonti ospedaliere e giudiziarie che spiegano come il 55enne sia tornato a nutrirsi con parmigiano, brodo e appunto integratori.
Già nei giorni scorsi, dopo essersi visto respingere dai tribunali di Sorveglianza di Milano e Sassari le istanze presentate per chiedere il differimento della pena e la detenzione domiciliare per motivi di salute, era trapelata la notizia secondo la quale Cospito aveva allentato il digiuno assumendo latte, caffè, acqua con zucchero e sale e qualche multivitaminico. E adesso si apprende di un ulteriore allentamento dello sciopero della fame, mentre si trova ricoverato ancora nel reparto protetto dell’ospedale San Paolo di Milano. Qui era stato trasportato nelle scorse settimane a causa delle condizioni di salute che non consentivano la detenzione in carcere. Ma la battaglia di Alfredo Cospito contro il 41 bis non si ferma. Dopo il rigetto del ricorso per il deferimento della pena ai domiciliari, l’ulteriore passaggio annunciato dai legali è quello di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
Ancora prima, però, e precisamente il 18 aprile, si terrà l’udienza presso la Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla legittimità della norma che impedisce sconti di pena per il reato di strage politica, reato contestato all’anarchico nel processo di Torino. Il 30 marzo scorso, invece, sono state depositate le motivazioni della sentenza del 24 febbraio con cui la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa, confermando il 41bis.
Secondo gli "ermellini", infatti, Alfredo Cospito è pericoloso e se sottoposto al regime carcerario ordinario può continuare ad essere «punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire» da parte dei suoi «accoliti». Ma non solo. Nelle motivazioni della Cassazione si evidenzia la figura di Cospito, il quale avrebbe esaltato «l’anarchismo diverso da quello "classico" e connotato da azioni che mettono in pericolo la vita degli uomini e donne del potere, soprattutto se rivendicate con sigle costanti nel tempo; o ancora inneggiando ad attentati come quello ai danni della Stazione dei carabinieri di Roma - San Giovanni o dell’amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare, l’ingegner Adinolfi, e ribadendo l’affermazione di non essersi pentito dell’azione, personalmente commessa, che aveva portato al ferimento di quest’ultimo».