referendum
Stop ai monopattini? Dopo il referendum insorge Assosharing: “La soluzione non sono i divieti”
Monopattini sì o no? Nelle ultime settimane il nuovo mezzo di trasporto che ha invaso le città di tutta Europa è diventato argomento di grande discussione, soprattutto alla luce del referendum andato in scena a Parigi, con i cittadini che hanno scelto di vietare l'uso dei monopattini elettrici in libero servizio nella consultazione popolare indetta ieri dalla sindaca, Anne Hidalgo. La situazione trova l’opposizione di Assosharing: “I numeri relativi al voto di Parigi mostrano soprattutto una scarsa partecipazione al referendum. Questo dato rappresenta la misura più lampante da analizzare, meno dell'8% dei cittadini aventi diritto ha deciso di recarsi alle urne, pressoché solo i contrari al servizio, evidenziando complessivamente che la rilevanza percepita del 'problema monopattini' è scarsa. Uno dei motivi principali di lamentela risiede nella gestione della sosta, dato che lo spazio pubblico è molto ridotto in una città come Parigi, densamente popolata e ricca di dehors. Assosharing ha particolarmente a cuore questa problematica tanto che già nel 2021 ha collaborato con il Ministero per introdurre normative chiare sul parcheggio. Inoltre collabora quotidianamente con le Amministrazioni locali per incentivare una crescente implementazione delle aree di parcheggio dedicate allo sharing”.
“L'interlocuzione istituzionale, costruttiva e proficua, che ha sempre caratterizzato l'azione di Assosharing, anche nel corso del recente incontro con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha già consentito di raggiungere miglioramenti fondamentali in materia di sicurezza stradale, a partire dall'abbassamento della velocità massima dei monopattini in sharing da 25 km/h a 20km/h”. È proprio a partire da questo metodo e da questo approccio condiviso con i decisori che Assosharing intende contribuire a migliorare la presenza della micromobilità nei centri urbani, soprattutto tramite nuove infrastrutture: "L'obiettivo non può e non deve essere quello di vietare lo sharing, proprio in una fase storica in cui la sostenibilità è un traguardo fondamentale su scala globale. Bensì occorre che tutti gli attori coinvolti partecipino a un'opera di regolamentazione, senza pregiudizi né veti aprioristici”. Da capire se in Italia si andrà nella stessa direzione di Parigi o se si riuscirà a regolamentare meglio il mercato per evitare un divieto assoluto.