scenario da incubo
Case occupate, cinquantamila alloggi “rubati” ai cittadini: le cifre di una barbarie
Un problema tanto grande quanto sottovalutato. Che, in un recente passato, ha rovinato l'esistenza a migliaia di famiglie. E ha cambiato, profondamente, il mercato immobiliare. Le occupazioni abusive di alloggi, pubblici e privati, sono un autentico cancro presente con numeri incredibili nel nostro Paese. Uno scenario da incubo, sul quale la sinistra, da sempre, si gira dall'altra parte nella migliore delle ipotesi, si dimostra comprensiva e spesso connivente con chi prende con la forza ciò che non è suo. In questi casi, i numeri descrivono meglio di mille parole la realtà. Solo a Roma, almeno secondo i dati diffusi da Confedilizia, gli alloggi occupati sarebbero quasi settemila, dodicimila le persone che vivono nell'illegalità abitativa. Ma non basta: nella Capitale ci sarebbe un edificio occupato da oltre quattordici anni. A Catania sono circa un centinaio le occupazioni di immobili di edilizia pubblica, duecento quelle di Genova, tremila gli appartamenti occupati abusivamente a Palermo, diciannove gli immobili a Venezia. Non solo, a Reggio Calabria risultano centodieci alloggi occupati abusivamente da famiglie rom. A Firenze, per anni, il Movimento di Lotta per la Casa ha dettato legge. E ha occupato, senza sosta, alloggi, case e fondi rimasti sfitti. Vi è stato un momento nel quale, nella sola via Baracca, vi erano ben diciassette occupazioni abusive. In una sola strada.
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A Salerno quattro case popolari su cento sono abitate da persone che non hanno alcun diritto di restare in quell'immobile. In Piemonte, secondo i dati diffusi dalla Commissione Urbanistica del Consiglio Regionale, sono duecentotrenta le case occupate. E in quelle assegnate regolarmente un utente su tre non paga l'affitto. Secondo le stime più recenti di Federcasa gli appartamenti di Edilizia Residenziale Pubblica occupati abusivamente sono oltre trentamila. Ci sono poi migliaia di appartamenti privati o appartenenti a enti nella medesima situazione. In totale, si calcola che il numero di case occupate sia di circa cinquantamila. A questa realtà completamente distorta va aggiunto un elemento di grande importanza per poter capire la clamorosa portata del fenomeno. I tempi per sfrattare chi occupa o chi smette di pagare l'affitto sono biblici. Si va da un minimo di due anni fino a sei, sette se quella famiglia ha dei figli minori a carico. Questa lentezza ingiustificata, in città turistiche come Roma e Firenze, ha portato ad un cambiamento radicale del mercato immobiliare. Il novanta per cento delle case in affitto vengono usate oggi per il modello Airb/b, i cosiddetti affitti turistici. Tre giorni, una settimana al massimo. Più redditizi, ma, soprattutto, meno rischiosi.
Il governo ha deciso di intervenire su questa distorsione. Che provoca danni enormi alla nostra economia. Tommaso Foti, presidente dei deputati di Fdi, ha depositato alla Camera una proposta di legge per modificare l'articolo 634 del codice penale, introducendo così il reato di «spoliazione o turbativa violenta del possesso o della detenzione di cose immobili». Il nuovo reato prevede l'arresto in flagranza di reato e «la sospensione condizionale della pena è subordinata alla reimmissione del bene nel possesso del suo legittimo titolare». Viene poi prevista l'esenzione dell'Imu per chi ha un alloggio occupato. All'articolo uno si legge che «chiunque con violenza alla persona, con minaccia o con violenza sulle cose, spoglia qualcuno del possesso o della detenzione di cose immobili, o altrimenti turba tale possesso o detenzione, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da 2.000 a 10.000 euro. Se i fatti sono commessi in danno di una civile abitazione, la reclusione prevista va da cinque a nove anni e la multa da 5.000 a 25.000 euro. Nelle ipotesi di flagranza di reato la polizia giudiziaria interviene per impedire che il reato sia portato a ulteriori conseguenze. Si dispone, inoltre, l'esecuzione dello sgombero e l'immediata restituzione dell'immobile all'avente diritto». Un cambio radicale di prospettiva. Una boccata di ossigeno per gli Italiani che, da sempre, considerano il mattone l'investimento più sicuro. Una svolta che vuol ripristinare due concetti difficili da digerire a sinistra: legalità e rispetto della proprietà privata.