Firenze, al corteo degli operai ex Gkn spuntano minacce a Borgomeo
Una manifestazione per chiedere che il proprio lavoro venga tutelato. Uno striscione che getta discredito su un movimento organizzato e pacifico. Una scritta offensiva che pone interrogativi inquietanti. Sono circa cinquemila le persone che sono sfilate per le strade di Firenze, in difesa della fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio. I manifestanti, partiti alle 2 del pomeriggio da viale Guidoni, hanno attraversato la zona settentrionale della città. Tanti i cori contro il proprietario Francesco Borgomeo, che aveva rilevato l'azienda. Purtroppo, nei pressi della Fortezza da Basso, è stata notata anche una scritta agghiacciante: “Borgomeo a testa in giù”. Accanto la firma: Pci e il simbolo della falce e del martello. Ma non basta. Tra gli striscioni presenti lungo il serpentone che ha invaso pacificamente le strade del capoluogo toscano, oltre al classico “Insorgiamo” (diventato il simbolo della lotta degli operai dell'ex Gkn) ve ne è uno che recita “41 bis=tortura. Alfredo libero”. Il riferimento, tutt'altro che velato, è ad Alfredo Cospito, il terrorista detenuto nel carcere di Opera.
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Alla manifestazione hanno partecipato anche gli attivisti di Ultima Generazione, gli stessi che hanno imbrattato con della vernice arancione la facciata di Palazzo Vecchio. Accanto a tanta gente comune, venuta a dare il proprio sostegno alle tute blu, anche i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Tra i partecipanti non va dimenticato poi il deputato del Movimento Cinque Stelle, Andrea Quartini, i consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, il consigliere comunale grillino Lorenzo Masi, il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, il segretario toscano della Cgil Rossano Rossi e la segretaria fiorentina Paola Galgani. A inizio manifestazione sono passati anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il deputato ed ex sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi, neo segretario del Pd toscano.