Artem Uss, la fuga da film dell'imprenditore russo prima dell'estradizione negli Usa
Una fuga organizzata in ogni dettaglio con un’auto guidata da un complice che lo aspetta fuori dal complesso di Cascina Vione e si allontana nelle campagne intorno a Basiglio, in provincia di Milano. I primi dettagli sulla fuga di Artem Uss, imprenditore russo e figlio di un governatore, di cui si sono perse le tracce nel pomeriggio di mercoledì 22 marzo, fanno propendere per un piano ben studiato che riducono quasi al lumicino la possibilità che l’uomo sia ancora in Italia, dopo che la corte d’Appello di Milano avesse detto sì alla sua estradizione negli Stati Uniti. Un’evasione che sembra preoccupare gli Usa e che potrebbe creare un caso diplomatico con Italia e Russia.
"Cambio di rotta e....", dal sottomarino hanno visto tutto: bordata alla Ong
Le indagini dei carabinieri partono dall’auto, che risulta in passato già controllata più volte, e dalla scelta, forse non casuale, della moglie di allontanarsi dall’Italia - per ragioni familiari - fin dal 13 marzo scorso, nonostante fosse la figura deputata ad occuparsi delle sue esigenze durante la detenzione a casa. Un allontanamento autorizzato. Si fa strada anche l’ipotesi che l’uomo, che solo una volta in auto si sarebbe disfatto del braccialetto elettronico che aveva alla caviglia, abbia avuto a disposizione dei documenti falsi, vista la disponibilità finanziaria di cui dispone. Oltre a capire chi glieli avrebbe procurati - il 40enne aveva il divieto di comunicare con l’esterno sia in modo telefonico sia per via telematica - resta da capire qual è la via di fuga, la più semplice è di aver raggiunto la frontiera quindi di aver viaggiato su un aereo privato. Una spy story in piena regola.
L'anarchico Cospito ai giudici: "Basta digiuno se liberate altri al 41 bis"