Migranti, riparte la giostra. Alarm Phone: "Due barconi scomparsi segnalati all'Italia"
Un problema che non riesce ad arrivare ad una soluzione. Stabile, definitiva. Che tenga conto degli aspetti umanitari, della legalità e del sacrosanto diritto degli Stati nazionali di difendere i propri confini. L'emergenza degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste torna al centro della cronaca. Questa mattina si sono perse le tracce di due barche con a bordo trentotto persone ciascuna, partite giovedì sera da Sfax, in Tunisia. A lanciare l'sos è Alarm Phone, che aveva ricevuto la notizia della loro partenza.
Cutro, sparito lo zaino degli scafisti: "Dentro c'era un milione di euro"
“Le autorità di Malta, Italia e Tunisia sono state informate - dice -. Da giorni nessuno ha avuto contatti con le persone a bordo. Siamo estremamente preoccupati e chiediamo alle autorità di agire immediatamente”. Una situazione surreale, nella quale, al di là delle belle parole di circostanza, l'Italia è lasciata sola dall'Unione Europea. I numeri degli arrivi a ieri, 20 marzo, sono decisamente elevati. Soprattutto tenendo conto che i mesi estivi devono ancora arrivare. È sufficiente controllare il considetto cruscotto statistico, presente nel sito del Viminale, per rendersi conto della complessa realtà. Gli immigrati sbarcati dal 1 gennaio ad ora sulle coste calabresi, sarde e siciliane sono oltre ventimila (20.364, per la precisione).
“Pressing sull'Europa”. Meloni incontra Piantedosi: il governo va di fretta sui migranti
Il triplo rispetto al medesimo giorno dello scorso anno (6379) e di due anni fa (6067). La lettera dell'Unione Europea di ieri è una parziale apertura. “Il terribile naufragio a largo della Calabria è stato un vivido richiamo all'urgenza della nostra azione. Una soluzione equa e duratura è possibile solo attraverso un approccio europeo e bilanciato. Possiamo raggiungere più traguardi se agiamo assieme. Una misura di sostegno da duecento milioni per l'accoglienza, affrontando questioni chiave come l'accoglienza di minori non accompagnati, aumentando le capacità in prossimità delle frontiere esterne e soddisfacendo le esigenze di specifici Stati membri”. Un punto di partenza, per capire che le coste italiane non rappresentano solo il confine della nostra nazione. Ma anche quello dell'intera Europa.