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La sinistra fa tornare l'odio anni Settanta: sfregio alla memoria di Ramelli con urla e insulti

Christian Campigli
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Cori, urla e un odio che riporta alla mente gli anni Settanta. Quelli degli scontri tra «camerati» e «compagni». Delle scuole di «destra» ben distinte da quelle di «sinistra». Dei volantini, delle risse furibonde e, purtroppo dei tanti, troppi morti tra i più giovani. Ieri mattina il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, si è recato all’istituto Molinari di Milano per ricordare Sergio Ramelli esponente del Fronte della Gioventù, nell’anniversario della sua aggressione. Una lunga agonia, che lo portò alla morte. Al suo arrivo, l’esponente di Fratelli d'Italia è stata contestata dai manifestanti della Rete Milano Antifascista e dei rappresentanti di Adl Cobas e Usb. Che le hanno intonato numerosi cori: «Vergogna, lei e il preside», ma anche «Fascisti, carogne, tornate nelle fogne». Una tensione palpabile, che non ha impedito al membro del governo Meloni di deporre un mazzo di fiori sotto una targa che ricorda Ramelli.

 

 

Un ragazzo picchiato selvaggiamente dal servizio d'ordine di Avanguardia Operaia sotto la propria abitazione, il 13 marzo di 48 anni fa e morto deceduto dopo 47 giorni. «Ho anche ricordato che proprio in quella scuola un professore consegnò agli estremisti di sinistra il tema di Sergio contro le Brigate Rosse e da lì iniziò il suo calvario. Sergio Ramelli è stato ucciso da chi si diceva antifascista, quindi dell'antifascismo ci sono tante sfaccettature – ha affermato Paola Frassinetti -. Entro fine marzo, quando è stato ucciso Tinelli, andrò al liceo Brera e porterò dei fiori alla targa che ho fatto mettere quando ero assessore, perché Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci erano due ragazzi ammazzati mentre erano disarmati che amavano far politica».

 

 

Sull’episodio dell’istituto Molinari è intervenuto anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. «È vergognosa, al di là di ogni legittima posizione politica, la contestazione di sedicenti antifascisti che meglio sarebbe qualificare pretestuosamente ignoranti. Gli atti pubblici del processo contro i suoi assassini hanno infatti confermato in sentenza che Sergio Ramelli mai si era reso responsabile di un qualsiasi gesto di provocazione e ancor meno di violenza. Mi aspetto che tutte le forze politiche si associno al gesto di Paola Frassinetti. Senza se e senza ma». Appello condiviso anche dal ministro Valditara, che ha condannato «atteggiamenti che mirano a ricreare un clima da anni ’70 che vogliamo fermamente non torni mai più». Da sinistra, però, solo silenzio.

 

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