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Gli anarchici tornano in piazza. Cospito annuncia: si lascerà morire in carcere

Francesca Musacchio
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Oggi pomeriggio un presidio sotto la sede di Fratelli d’Italia a Milano. Sabato, invece, la manifestazione a Torino.
Continuala lotta degli anarchici per «il compagno Alfredo». Fuori dal carcere ci sono loro, dentro c’è lui, Cospito, che si dice «pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis».

 

Nonostante la sentenza della Corte di Cassazione arrivata il 24 febbraio scorso, la vicenda del detenuto anarchico in sciopero della fame da ottobre è tutt’altro che conclusa. Il legale di Cospito, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, ha annunciato la possibilità di presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. E ieri, durante una conferenza stampa in Senato, ha chiarito: «Stiamo analizzando la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza». L’urgenza è legata alle condizioni di salute di Cospito, a causa del «fisico estremamente provato - ha spiegato ancora il legale ha perso oltre 50 chili. Ma è tenacee determinato ad andare avanti e infatti ha deciso di sospendere integratori potassio e zucchero. Il morale è fieroed è convinto che possa vincere questa battaglia che è per la vita: non ha aspirazioni di suicidio». E da una lettera, resa pubblica sempre durante la conferenza stampa, Cospito si dice pronto a morire: «Il più grande insulto per un anarchico o un'anarchica è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero in regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini, ma articoli per giornali e riviste anarchiche ma soprattutto ero libero di ricevere libri e riviste, di leggere quello che volevo. Insomma, mi era permesso di evolvere, vivere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41-bis, 750 persone lo subiscono senza fiatare».

E ancora: «Sono convinto che la mia morte porrà un intoppo a questo regime - prosegue la lettera- e che i 750 che lo subiscono da decenni possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei cambiare la mia vita con quella di un altro e proprio perché l'amo non posso accettare questa non vita senza speranza». Nel frattempo, la battaglia di Cospito da mesi è diventata la battaglia degli anarchici, in Italia come all’estero.

 

Le iniziative si susseguono e l’allerta rimane alta. Oggi pomeriggio a Milano, davanti alla sede di Fratelli d’Italia di via Buenos Aires, è previsto un presidio organizzato dal centro sociale Gallipettes che sui social ha diffuso un volantino accompagnato da un post nel quale si legge: «Restiamo al fianco di Alfredo, fino all’ultimo respiro. L'assemblea cittadina milanese contro il 41 bis e l'ergastolo ha indetto per giovedì 2 marzo un presidio solidale ad Alfredo Cospito sotto la sede di Fratelli d'Italia a Milano. I fascisti della Meloni, che sono da mesi al governo, non sono soltanto i responsabili politici della condanna a morte del compagno, ma anche di tutte quelle morti che "ordinariamente" avvengono all'interno delle carceri italiane, delle centinaia di morti che lo Stato assassina quotidianamente sul posto di lavoro, nelle guerre imperialiste finanziate e appoggiate anche dall'Italia, delle morti sui confini e nel mar Mediterraneo».

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