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Escherichia coli, vongole ritirate dal mercato: i lotti contaminati

Giada Oricchio
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Escherichia coli nelle vongole: il Ministero della Salute ha disposto il richiamo di alcuni lotti. Nell’avviso di sicurezza diramato dal dicastero si legge che nelle vongole lupino (chamelea gallina) dell’azienda Gio’ Mare Spa di Cesenatico è stato trovato il batterio escherichia coli in quantità superiori ai limite di legge.

Il ritiro riguarda i lotti 233981 e 233972 confezionate in reti da 0,5 – 1 e 5 chili nello stabilimento di Via Matteucci, Cesenatico. Si raccomanda agli acquirenti di non consumare il prodotto e di riportarlo al punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

L’Escherichia coli è la specie di batterio più nota del genere, la maggior parte dei ceppi è innocua, ma alcuni possono scatenare malattie intestinali di diversa gravità con sintomi quali dolore addominale, vomito, diarrea o infezioni del tratto urinario, peritonite, setticemia, polmonite e meningite.

Oltre ai controlli, il consumatore come si può difendere? Dopo una serie di verifiche in un laboratorio certificato, il mensile “Il Salvagente” ha stabilito che bisogna cuocere vongole e frutti di mare per un minimo di 3 minuti da quando si schiude la conchiglia: “In base ai risultati ottenuti è stato calcolato che il tempo necessario a ridurre almeno del 90% la carica di microrganismi è 3 minuti dal momento in cui è stata osservata l’apertura delle vongole – è scritto sul sito de “Il Salvagente” - Infatti, dall’analisi colturale effettuata dopo cottura di 2 minuti la concentrazione di microrganismi mesofili totali era 220 ufc/g, quindi non ancora totalmente abbattuta. Dopo 3 minuti invece la carica era stata completamente abbattuta”.

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