minaccia terrorista
Emanuele Petri ucciso dalle Br. Sfregio degli anarchici a 20 anni dall'omicidio
Un servitore dello Stato. Ucciso solo per aver compiuto il proprio dovere. Freddato senza alcuna pietà da terroristi convinti di poter instaurare la dittatura del popolo a colpi di rivoltella. Il 2 marzo di vent'anni fa moriva il sovrintendente di polizia ferroviaria Emanuele Petri. Era una domenica piovigginosa e grigia, quando il poliziotto fu freddato sul treno regionale che da Roma portava a Firenze. Alcuni chilometri dopo la fermata di Camucia. Un servizio di routine, sulla carta: chiedere documenti e generalità alle persone a bordo.
Tutto tranquillo, almeno fin quando non arrivò il turno di un uomo e una donna, seduti uno accanto all'altro, all'apparenza persone comuni: in realtà si trattava di Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, capi delle nuove brigate rosse e responsabili degli omicidi dei giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi. I terroristi, notando i dubbi del sovrintendente, tirarono fuori le armi e spararono a Petri. Quest'ultimo morì sul colpo e venne insignito con la medaglia d'oro al valor civile alla memoria. Un uomo, un poliziotto, un servitore dello Stato che, col suo coraggioso gesto aveva fermato le nuove Brigate Rosse. Una banda di terroristi senza scrupoli.
Ancora oggi osannati dagli antagonisti di sinistra. Basti pensare che, pochi giorni fa, a meno di centro metri dall'ingresso del Centro Popolare Autogestito di Firenze è comparsa, su un muro, una stella rossa a cinque punte. Proprio in quello spazio, una palazzina comunale occupata illegalmente da oltre venti anni, nell'indifferenza del Partito Democratico che governa il capoluogo toscano, era solito andare Fabio Matteini. Grande amico di Nadia Lioce, Matteini è il compagno Antonio, responsabile nell'organizzazione con compiti di reclutamento e da fiancheggiatore. Il cinquantenne toscano venne condannato per banda armata. Il legame con quel luogo era così evidente che gli investigatori, dopo il primo fermo del 1995, fecero scattare decine di perquisizioni nei confronti di amici del terrorista e frequentatori del Cpa di Firenze.