migranti
Mezz'ora in più, Tajani punta il dito sulle Ong: aspettano gli scafisti
Il tragico naufragio al largo di Steccato di Cutro, Crotone, in cui hanno perso la vita almeno sessanta migranti tra cui anche diversi bambini, tor a imporre nel dibattito pubblico l'emergenza immigrazioni e il ruolo dell'Unione europea. "Non vogliamo più assistere a drammi come quello di oggi con innocenti vittime delle sfruttamento da parte di criminali che incassano 8-9-10 mila euro a persona che caricano a bordo", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di Mezz’ora in più su Rai3.
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Per il capo della Farnesina il presidente Sergio Mattarella "ha ragione, dobbiamo convincere l’Europa che la costa italiana è la principale frontiere europea per i migranti. Dobbiamo contrastare le attività dei trafficanti di esseri umani, criminali che sfruttano tutte le opportunità". Il capo dello Stato ha auspicato infatti “che l'Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie”.
Nonostante questo la sinistra incredibilmente attacca la maggioranza per le norme sulle navi delle organizzazioni non governative. In questo caso "le Ong non c’entrano niente: chi specula su questo lo fa soltanto per bieca speculazione politica", afferma il vicepremier che attacca: "Nessuno ha fatto la guerra alle Ong, il governo ha dato delle regole. Le Ong è bene che salvino. Ma se le Ong si mettono d’accordo o aspettano gli scafisti che portano persone, non vanno più a salvare qualcuno, lo ha detto anche Frontex. La gran parte dei migranti salvati in mare sono salvati dalla guardia costiera o dalla guardia di finanzia. Le Ong possono fare salvataggi, ne possono fare uno, se ne fanno quattro vuol dire che hanno un appuntamento. Non possono scorrazzare da una parte all’altra".
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Il sistema dell'immigrazione clandestina va stroncato sul nascere: "Gli scafisti" sono criminali, non soltanto perché sfruttano esseri umani, ma perché studiano in maniera scientifica dove andare e ne stanno approfittando della situazione economica difficile in Tunisia. Stiamo lavorando intensamente in Libia, Tunisia, in Egitto, abbiamo lavorato in Turchia. Adesso saremo in India e negli Emirati".