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Ucraina, Caracciolo svela il retroscena: chi lavora per la "soluzione coreana"

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A un anno dall'inizio della guerra una pace o anche solo una tregua sembrano ancora lontane. Ma "l'establishment militare e parte di quello politico americano puntano alla soluzione 'coreana'", spiega il direttore di Limes Lucio Caracciolo che intravede uno spiraglio nel disastro della guerra. "A un certo punto, entro l'anno, si traccia una linea sul terreno lungo la quale si blocca il conflitto. Armistizio senza limite di tempo. Con un'ampia zona demilitarizzata a dividere i contendenti. Le questioni territoriali vengono demandate a una futura conferenza di pace", spiega Caracciolo in un articolo sulla Stampa che illustra la possibilità di una soluzione come quella tra le due Coree, Seul e Pyongyang. 

 

Agli ucraini verrebbe "offerta una garanzia internazionale di sicurezza che impegni russi, americani e altre potenze", e "una corsia rapida di ingresso nella Ue, dunque di accesso a fondi speciali per la ricostruzione", spiega Caracciolo. Se ciò non dovesse avvenire si richia "la catastrofe quasi senza accorgercene. Putin parla di cultura di guerra come destino per la Russia. Mentre noi potremmo presto accorgerci che senza un intervento diretto della Nato l'Ucraina sarà destinata a schiantarsi". Insomma, "siamo vicini all'alternativa del diavolo: guerra totale – quindi nucleare – contro la Russia oppure graduale abbandono di Kiev al suo destino. Lo scontro diretto con Mosca - si legge nell'articolo - nel quale probabilmente sarebbe coinvolta la Cina, sarebbe terza guerra mondiale". La situazione "coreana" potrebbe scongiurare gli scenari più apocalittici. 

 

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