alta tensione
Alfredo Cospito, confermato il carcere duro. Gli anarchici: "Condanna a morte"
Alfredo Cospito resta al 41 bis: la Cassazione ha rigettato il ricorso dei difensori dell'anarchico, in sciopero della fame dallo scorso mese di ottobre contro il regime di carcere duro cui è sottoposto. Dopo una camera di consiglio iniziata in mattinata e andata avanti fino a sera, gli ermellini hanno respinto la richiesta, si sono pronunciati a favore del mantenimento del 41 bis e hanno condannato "il ricorrente al pagamento delle spese processuali".
Cospito, ricoverato a Milano, all'ospedale San Paolo, ha rifiutato le terapie e ha appreso della decisione della Cassazione - secondo quanto riferito a LaPresse - dalla televisione. "Speravamo, dopo la lettura del pg Pietro Gaeta, che il diritto potesse tornare a illuminare questa buia vicenda. La decisione di questa sera dimostra che ci sbagliavamo", è stato il commento a caldo del legale Flavio Rossi Albertini, che ieri auspicava l’annullamento senza rinvio, l'unica condizione che Cospito avrebbe accettato per interrompere lo sciopero della fame. "Leggendo i pareri favorevoli della Dnaa, Dda, Dap inviati al ministro avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica", ha sottolineato. "Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione - ha fatto sapere in serata il Guardasigilli, Carlo Nordio -. Come più volte illustrato in Parlamento, essa attiene al procedimento giurisdizionale di competenza esclusiva della magistratura nella sua piena autonomia e indipendenza".
Quando si è diffusa la notizia della decisione, davanti al Palazzaccio, dalla piazza, dove gli anarchici sono rimasti in presidio per l'intera giornata, si sono levate grida: "Assassini, assassini!". E la prima reazione che filtra dagli ambienti è quella di una "condanna a morte". "Volevano il martire, ora lo avranno", fanno sapere. Un ampio schieramento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa ha protetto il palazzo della Cassazione, mentre un elicottero ha sorvolato l'intera zona.
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La camera di consiglio era stata fissata in prima battuta dalla Suprema Corte per il 20 aprile, poi anticipata al 7 marzo e, successivamente, al 24 febbraio, a causa dello stato di salute di Cospito che, dopo 4 mesi di sciopero della fame, ha perso 47 chili. L'anarchico è in regime di carcere duro, al quale è sottoposto dopo la decisione dell'allora ministra Marta Cartabia, lo scorso mese di maggio. Contro la revoca del 41 bis, l'attuale Guardasigilli, Carlo Nordio, lo scorso 9 febbraio ha emanato un decreto di rigetto: Cospito è "pericoloso" e "deve restare" al carcere duro.