misteri italiani
Emanuela Orlandi, inchiesta delle Camere: commissione per accedere agli atti secretati
Dopo il Vaticano anche il Parlamento italiano è pronto a istituire una Commissione bicamerale d’inchiesta sul caso Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa il 22 giugno del 1983. I presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, dopo aver incontrato parenti e avvocati, si sono detti favorevoli alla proposta presentata dal deputato dem Roberto Morassut. Un via libera bipartisan è arrivato anche dai capigruppo delle principali forze politiche che hanno ricevuto anche i legali della famiglia di Simonetta Cesaroni e Mirella Gregori. Tre casi di cronaca avvolti nel mistero che diventano così, a tutti gli effetti, "casi politici". Il 10 febbraio è previsto un incontro propedeutico al successivo iter parlamentare con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. «Siamo stati ricevuti dai presidenti delle due Camere ed entrambi si sono dimostrati favorevoli e pronti a sostenere la proposta d’inchiesta – conferma l’avvocato Laura Sgrò, che ha partecipato agli incontri insieme a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela - Sia Fontana che La Russa, nel congedarsi, ci hanno detto che ne avrebbero parlato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A questo punto non c’è nessun motivo perché, a quasi 40 anni di distanza da quel rapimento, il Parlamento italiano non conduca una propria indagine per fare chiarezza».
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La proposta di inchiesta presentata alla Camera dei deputati ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione - estende le indagini anche all’omicidio di Simonetta Cesaroni e alla scomparsa di Mirella Gregori, di cui si persero le tracce nel maggio del 1983. «Stiamo parlando di tre casi rimasti irrisolti che hanno in comune tentativi di depistaggio, deviazioni, errori investigativi, strane relazioni - chiarisce Morassut, primo firmatario della proposta - potremo finalmente avere accesso a carte che sono state finora secretate». La Commissione sarà composta da venti membri e avrà poteri inquirenti. Un’operazione-trasparenza a tutto campo. «Ci consentirà di accedere anche agli archivi e documenti del Sismi (tre faldoni rimasti secretati, ndr) e del Sisde – aggiunge Morassut - Si concluderà con una relazione che trasmetteremo alla Procura». Che maggioranza e opposizione si siano trovate d’accordo e i partiti siano pronti a dare il via libera è un fatto incoraggiante per Pietro Orlandi, il fratello che non ha mai rinunciato a cercare la verità. Una verità che si allontana tutte le volte che la senti vicina. L’apertura di Papa Francesco, la decisione di aprire un’indagine Oltretevere, ha rimesso in moto anche la macchina della giustizia italiana che per due volte si è arenata su una richiesta di archiviazione. Il coinvolgimento nel rapimento della banda della Magliana; il boss Renatino De Pedis tumulato nel basilica di Sant’Apollinare, a due passi dal luogo in cui Emanuela fu vista l’ultima volta; il più recente ritrovamento del suo flauto, gli ultimatum e la linea preferenziale con il cardinale Agostino Casaroli; la pista turca; la crisi dello Ior; monsignor Paul Marcinkus; l’omicidio londinese del banchiere Roberto Calvi; il dissesto del Banco Ambriosiano. Il caso Orlandi è un pezzo di storia italiana.
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Per molti una ferita aperta e un mistero mai chiarito, per alcuni un tormentone, una pagina oscura da chiudere per sempre. Che il Parlamento ne certifichi il risvolto politico è però un fatto con pochi precedenti. "Storico", staremmo per dire. Il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, e il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, andranno per la loro strada. La Bicamerale ne percorrerà un’altra parallela «Ma un conto è che a chiedere di visionare la documentazione in possesso del Vaticano sia un semplice avvocato, sentendosi rispondere che non esiste, un altro conto è se questa richiesta arriva dal Parlamento italiano», osserva la Sgrò, decisa ad andare fino in fondo. La storia di Emanuela, figlia di Ercole Orlandi, dipendente vaticano, si intreccia in qualche modo con quella di Mirella Gregori. L’accostamento tra le due sul piano investigativo richiederebbe una sottocommissione. Altro discorso per il caso di Simonetta Cesaroni, trovata morta il 7 agosto del 1990 in via Poma. Del caso Orlandi si è tornati a parlare recentemente anche per la gaffe di Fedez, la sua risata decisamente inopportuna. «Mi ha telefonato per chiedermi scusa – minimizza Pietro Orlandi – in questo momento la cosa più importante e che si faccia questa Bicamerale. Si potrà far luce su tanti punti oscuri. Non è una semplice indagine su una ragazza scomparsa ma sui tanti depistaggi di apparati dello Stato e Vaticano. I rappresentanti dei gruppi parlamentari che abbiamo incontrato ci hanno garantito che faranno di tutto per accelerare i tempi – riprende - Abbiano chiesto un incontro al presidente La Russa. Due giorni dopo ce lo ha concesso, e per questo lo ringraziamo. In questa storia – continua il fratello di Emanuela – in tanti hanno tentato di avere un ruolo, persino la Stasi e il Kgb russo per via del Papa polacco. E ora questa decisione di Francesco di riaprire le indagini, a due giorni dal funerale di Papa Ratzinger. Strana coincidenza».