I Soumahoro scaricano i debiti: ai dipendenti le bollette delle coop
L'uomo che avrebbe portato, con i suoi stivali sporchi di fango, il dolore, le rivendicazioni e le richieste dei migranti africani giunti nel nostro Paese all'interno del Parlamento. Il volto nuovo della sinistra italiana, orgogliosa di averlo candidato e fatto eleggere. Sembrano trascorsi secoli dal quel 13 ottobre, quando Aboubakar Soumahoro, il sindacalista ivoriano di Alleanza Verdi e Sinistra, entrava alla Camera dei Deputati. Nelle settimane successive un'inchiesta, tutt'ora in corso, travolse la moglie e la suocera. E la loro gestione «allegra» della cooperativa di famiglia. Oggi un nuovo colpo di scena. Secondo quanto riportato dal quotidiano «Il Giornale», nei giorni scorsi alcuni ex dipendenti dei Soumahoro avrebbero ricevuto solleciti di pagamento per le bollette scadute e relative a servizi elettrici e del gas per forniture del 2019.
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Una vicenda ancora oscura, che può essere però ricostruita seguendo una logica elementare. Negli anni scorsi la coop chiese, verosimilmente, ad alcuni lavoratori, in special modo ai responsabili delle strutture, di firmare e di intestare a proprio nome i contratti dell'energia e del gas. Quando le varie aziende del settore energetico non hanno visto saldare le bollette, si sono mosse legalmente per recuperare quanto spetta loro. Ovviamente hanno tutti i dati anagrafici e fiscali di quei collaboratori ai quali, appunto, stanno arrivando le notifiche di messa in mora.
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Oltre al danno c'è ovviamente anche la beffa. Si tratterebbe infatti degli stessi ex assunti, rimasti senza lavoro e senza stipendi arretrati e per i quali la prefettura di Latina e i sindacati hanno avviato un tavolo di concertazione con lo scopo di trovare loro una nuova sistemazione lavorativa nelle cooperative che hanno ereditato gli appalti della Karibù, che oggi è in liquidazione coatta. Purtroppo è indispensabile ricordare come l'indagine per evasione fiscale non abbia alcun effetto pratico sui disastri finanziari lasciati dalla cooperativa. In parole povere, gli ex dipendenti dei Soumahoro, dovranno, in qualche modo, saldare quelle bollette arretrate. O rischiano di subire blocchi della circolazione a automobili e moto o, nella peggiore delle ipotesi, pignoramenti, a beni ed eventuali conti correnti. La coop era gestita dalla moglie Liliane Murekatete, dalla suocera Marie Therese Mukamitsindo e da Michel Rukundo, fratellastro di Liliane. Secondo la tesi accusatoria, vi sarebbe un sistema di fatturazioni false, che sarebbe servito a far sparire ingenti somme di denaro pubblico.