L'Italia che non molla. Indagine Piepoli-Udicon: fiducia nel futuro
Gli italiani non mollano. Nonostante la crisi sanitaria legata alla pandemia di Covid (che ha fermato il Paese per due anni), l’attuale caro bollette, l’aumento del prezzo dei carburanti, l’inflazione, i tassi alle stelle e una guerra in corso, i cittadini continuano a guardare al futuro con un notevole grado speranza. L’indice di fiducia elaborato dall’istituto Piepoli per Udicon, l’Unione per la difesa dei consumatori, segna infatti, in una scala da uno a 100 il valore di 42,6. Insomma il sentiment positivo degli italiani è al 42%, un valore considerato mediano, che rende l’idea di un’Italia meno pessimista e stremata di quanto ci si attendesse, e di persone che guardano al futuro con una quota di fiducia non intaccata dagli eventi negativi degli ultimi anni.
L’indicatore, in questione, è la media di una serie di altri parametri che misurano lo stato di salute dei consumatori e tra questi le attitudini di acquisto rispetto a diverse categorie di beni.
Dall’analisi risulta che i consumatori si dichiarano propensi a spendere maggiormente nei prossimi mesi soprattutto per i piccoli bisogni quotidiani. Dunque portafoglio aperto soprattutto per abbigliamento (23%), prodotti alimentari (18%), cura della persona (17%) e prodotti casalinghi (10%).
L’incertezza ancora latente frena invece le grandi spese per arredamento, tecnologia ed elettrodomestici. Per questi beni l’investimento è rimandato a tempi migliori.
Guardando al futuro, invece, gli italiani si mostrano ancora in maggioranza dominati da sentimenti pessimistici, ma è in diminuzione la sfiducia nel futuro economico personale. In particolare, il 20% degli intervistati è convinto che la situazione economica personale nei prossimi sei mesi migliorerà, con un saldo positivo tra ottimisti e pessimisti nella fascia 18-34 anni (+11,9%), in controtendenza rispetto a tutte le altre fasce d’età.
Meno convinto di una svolta e dunque con un sentimento pessimistico è il Nord est (-14,9%), seguito dal Nord ovest (-12,7%) e dal Centro (-10%), mentre al Sud e nelle Isole il dato è quasi pari.
Se nell’universo privato si vede più rosa è quando orientano lo sguardo alla situazione generale del Paese che, gli italiani, vedono nubi più fosche: il 41% degli intervistati crede che nei prossimi sei mesi la situazione economica generale dell’Italia peggiorerà. Anche rispetto all’andamento della disoccupazione, il 42% degli intervistati pensa che il numero delle persone senza un lavoro aumenterà nei prossimi sei mesi a causa della crisi economica.
Quasi un giovane su due del Meridione (-43,8%) è non vede miglioramenti sull’andamento dell'occupazione nei prossimi 6 mesi.
Sul tema della propensione al risparmio, gli maggioranza degli italiani (58%) storicamente previdenti, sono sfiduciati sulle possibilità di mettere da parte i propri risparmi a causa dell’attuale situazione economica. Quasi quattro su dieci però (il 38%) crede che riuscirà ad accantonare qualcosa nonostante i rincari.
Se il quadro di riferimento resta negativo, dunque, gli italiani non demordono. Ed è questo il segnale positivo che arriva dal campione intervistato. Alla domanda «hai fiducia nel futuro», gli intervistati rispondono: «Così, così» nel 47% dei casi, poco o nulla 34%, molto e moltissimo il 16%.
L’analisi di fondo dei dati raccolti fornisce «un quadro non positivo ma nemmeno disastroso. C’è prudenza e preoccupazione legittima, ma ancora non terrore. Nonostante l’aumento dei prezzi, la fiducia dei consumatori segna un livello intermedio, tenendosi al di sopra della fascia critica» ha affermato Livio Gigliuto, vicepresidente dell’Istituto Piepoli commentando i risultati. Gigliuto ha anche aggiunto: «L’aumento dei prezzi che spinge gli italiani ad essere prudenti negli acquisti e propensi al risparmio, ma non eccessivamente spaventati. Questa prudenza si traduce in una oculata selezione delle priorità. Buone notizie, inoltre, arrivano dalle giovani generazioni: quando guardano al futuro, proprio i 18/34enni si sentono in maggioranza fiduciosi».