qatargate
Qatargate, Panzeri collabora e decide di patteggiare 12 mesi di carcere
Antonio Panzeri decide di patteggiare. L'ex eurodeputato, accusato nel caso Qatargate, collabora con la Procura federale belga, firmando un documento ai sensi della cosiddetta «legge sui pentiti». A renderlo noto la stessa Procura belga in un comunicato. «Antonio Panzeri, accompagnato dai suoi avvocati, ha firmato, con il procuratore federale, una nota prevista dagli articoli da 216/1 a 216/8 del Codice di procedura penale» che riguardano «i sospetti pentiti in un caso». «Si tratta, da parte dei pentiti, di un impegno a rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete circa la partecipazione di terzi e, ove applicabile, la propria partecipazione, in relazione ai reati contemplati dal predetto fascicolo», si legge nella nota della Procura. «Panzeri è imputato dal 10 dicembre 2022 per atti di partecipazione ad un'organizzazione criminale in qualità di capo» di tale organizzazione, ma anche di «riciclaggio e corruzione pubblica attiva e passiva».
Leggi anche: Qatargate, il Parlamento europeo pronto alla rivoluzione: stretta sulle lobby e sui redditi
Panzeri «si impegna a informare gli inquirenti e la giustizia in particolare su: il modus operandi, gli accordi finanziari con terzi, le strutture finanziarie poste in essere, i beneficiari delle strutture poste in essere e i vantaggi offerti, il coinvolgimento di persone conosciute o non ancora conosciute nel caso, compresa l'identità delle persone che ammette di aver corrotto».
L'accordo siglato tra l'ex eurodeputato Antonio Panzeri Mila euro La somma che Panzeri avrebbe confessato di aver consegnato al collega eurodeputato Tarabella e la procura federale belga prevede «una condanna a cinque anni, ma con sospensione condizionale della pena per la parte eccedente un anno - spiega l'avvocato di Panzeri, Laurent Kennes - Subirà un anno di detenzione, parte del quale sotto braccialetto elettronico». È prevista a carico di Panzeri anche un'ammenda di 80 mila euro, oltre alla confisca di beni per circa un milione di euro.
La procura federale belga precisa anche che l'ex eurodeputato «ha deciso di ritirare il suo ricorso davanti alla camera d'accusa» per ottenere la scarcerazione.
Il quotidiano belga l'Echo riporta che l'ex eurodeputato di S&d, Antonio Panzeri, agli arresti nell'ambito dell'inchiesta Qatargate, «avrebbe confessato a verbale di aver dato più di 120mila euro in contati, in più tranche, all'europarlamentare socialista Marc Tarabella». Il dato emerge, da quanto riporta il quotidiano, dai documenti presentati al Parlamento europeo per la richiesta di revoca dell'immunità a Tarabella. Panzeri l'avrebbe «confessato» già in una delle primissime udienze, il 10 dicembre.
L'ex europarlamentare «comparirà nuovamente davanti ai giudici intorno al 15 febbraio» ovvero «a due mesi dalla prima convalida dell'arresto» legato all'inchiesta sul Qatargate, come comunicato all'Agi da Eric Van Duyse, direttore della comunicazione della Procura federale belga. Panzeri aveva fatto ricorso contro la convalida della custodia cautelare in carcere e per questo era atteso ieri al Tribunale di Bruxelles, prima di ritirarla e decidere di collaborare.
Intanto la Commissione europea promette l'arrivo di una nuova legge «il più dura possibile» contro la corruzione. «Quando parliamo di lotta alla corruzione dobbiamo essere chiari: trasparenza, responsabilità, non saranno sufficienti. La corruzione è un reato grave e lo dobbiamo combattere con la piena forza della legge. Il 60% delle organizzazioni criminali è impegnato nella corruzione. I criminali stanno comprando le persone, comprano politici e potere. Preso proporremo una legge per rendere reato ogni forma di corruzione, con definizioni unificate e pene armonizzate nell'Ue», annuncia in aula al Parlamento europeo la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, che aggiunge: «Stiamo lavorando alla proposta in questo momento. Vi prometto che saremo ambiziosi al più presto, il più duri possibile e dare a polizia e giudici gli strumenti di cui hanno bisogno per sradicare la corruzione».