Covid, la bufala del vaccino cinese "inaffidabile". Così l'Europa nasconde il proprio flop
Il vaccino cinese non sarebbe affatto "inaffidabile". E l'Europa starebbe propagando questa bufala per cercare di inviare a Pechino le sue scorte inutilizzate ed evitare che migliaia di fiale superino la data di scadenza.
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A sostenerlo è la virologa Maria Rita Gismondo in un intervento sul Fatto quotidiano. "Il vaccino Biotech Sinovac - scrive Gismondo - è stato autorizzato dall'Oms", che lo ha ritenuto "sicuro ed efficace". In particolare, rispetto ai vaccini a mRna utilizzati in Europa, il siero cinese si è rivelato meno efficace dopo la somministrazione della prima e della seconda dose, più efficace dopo la terza.
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Gli errori del regime cinese nella gestione della pandemia, dunque, sono ascrivibili al non aver spinto per la somministrazione del richiamo "booster" e nell'aver privilegiato le categorie in età da lavoro rispetto a quelle a rischio, e cioè gli anziani e i fragili.
La campagna denigratoria nei confronti di Sinovac avrebbe però per la Gismondo un'altra ragione: "Nulla - scrive - giustifica il gesto di donare i vaccini europei a Pechino se non il fatto che i magazzini sono pieni di dosi in scadenza e si vuole trasformare un errore di programmazione in generosità".
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In quanto alla reale portata dell'ondata di contagi in Cina, Gismondo invita alla prudenza: "I numeri assoluti che ci arrivano dalla Cina sono molto alti ma, nel compararli ai nostri, dovremmo guardare anche alle percentuali. I cinesi sono un miliardo e mezzo, noi italiani circa 60 milioni, il 4%"