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Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi della storia: report choc sul clima in Europa

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Gli ultimi otto anni, dal 2015 al 2022, sono stati i più caldi mai registrati, nonostante l’influenza de La Nina negli ultimi tre anni che avrebbe dovuto portare a un raffreddamento del clima. Lo afferma il rapporto di Copernicus Climate Change Service. La temperatura media dell’anno 2022 lo rende il quinto annno più caldo dall’inizio delle rilevazioni, nel 19° secolo. L’anno appena passato ha visto una serie senza precedenti di disastri naturali, con vittime, probabilmente innescata dai cambiamenti climatici.

Un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi con un elevato numero di temperature record e un aumento persistente delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera. È quanto rivelano i nuovi dati del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service/C3S) dell’Unione Europea contenuti nel Global Climate Highlights 2022. In particolare, l’estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa e ogni mese estivo boreale è stato almeno il terzo più caldo a livello globale.

Complessivamente, il 2022 è stato il secondo anno più caldo in Europa, mentre a livello globale è stato il quinto anno più caldo secondo il set di dati Era5. A livello globale il 2022 - spiega C3S - è stato il 5° anno più caldo (tuttavia dal 4° all’8° anno più caldo il margine di differenza è molto basso); gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati; la temperatura media annuale è stata di 0.3°C superiore al periodo di riferimento compreso tra il 1991 e il 2020, che equivale a circa 1.2°C in più rispetto al periodo compreso tra il 1850 e il 1900. Le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera sono aumentate approssimativamente di 2.1 ppm, con tassi simili a quelli degli ultimi anni. Le concentrazioni di metano nell’atmosfera sono aumentate di quasi 12 ppb, superiori alla media, ma al di sotto dei massimi storici degli ultimi due anni.

L’Europa ha vissuto il secondo anno più caldo mai registrato, superato solo dall’anno 2020 e con temperature solo leggermente superiori rispetto al 2019, al 2015 e al 2014; il Vecchio Continente è stato caratterizzato dall’estate più calda mai registrata e l’autunno è stato il terzo più caldo. Ondate di calore prolungate e intense hanno colpito l’Europa occidentale e settentrionale e il persistere di bassi livelli di precipitazioni, combinato con temperature elevate e altri fattori, ha portato a condizioni di siccità diffuse. Si sono verificate le più alte emissioni totali causate da incendi boschivi estivi (giugno-agosto) stimate per l’Ue e il Regno Unito negli ultimi 15 anni: Francia, Spagna, Germania e Slovenia hanno registrato le emissioni estive di incendi più elevate degli ultimi 20 anni. Il C3S sottolinea ancora una volta che «Era5 concorda con altri set di dati di temperatura ampiamente utilizzati sul fatto che la temperatura dell’Europa è aumentata più del doppio della media globale negli ultimi 30 anni, con un tasso di aumento più alto di qualsiasi altro continente del mondo».

Per quanto riguarda le altre regioni, prolungate ondate di calore hanno colpito il Pakistan e l’India settentrionale in primavera e la Cina centrale e orientale durante l’estate; in Pakistan si sono verificate estese esondazioni in agosto a causa delle estreme precipitazioni. Le regioni che hanno registrato in assoluto l’anno più caldo comprendono ampie zone dell’Europa occidentale, del Medio Oriente, dell’Asia centrale e della Cina, della Corea del Sud, della Nuova Zelanda, dell’Africa nord-occidentale e del Corno d’Africa. A febbraio il ghiaccio marino antartico ha raggiunto l’estensione minima degli ultimi 44 anni di registrazioni satellitari mentre per sei mesi l’estensione dei ghiacci del Mare Antartico ha raggiunto valori record o quasi. L’Australia ha registrato temperature inferiori alla media, con condizioni insolitamente umide per gran parte dell’anno, soprattutto ad est del continente, con diversi episodi di estese esondazioni, una situazione tipicamente associata al persistere delle condizioni de La Niña e probabilmente accentuata dalla saturazione dei suoli.

«Il 2022 è stato un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del surriscaldamento del nostro pianeta. L’ultimo Climate Highlights 2022 di C3S dimostra chiaramente che per evitare conseguenze peggiori la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di carbonio e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici», osserva Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. Per Mauro Facchini, Capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea, «le azioni messe in atto per affrontare il cambiamento climatico a livello globale, europeo o nazionale evidenziano che dati, informazioni e conoscenze di alta qualità sull’osservazione della Terra sono uno strumento essenziale. Il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus fornisce un monitoraggio autorevole e tempestivo dei cambiamenti climatici, informando così sugli sforzi di adattamento».

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